Il mare e il sogno: diario di bordo di una traversata oceanica

..Il rivo passa..il fiume passa..,

il mare passa e rimane.

Così bisognerebbe amare,..

fedeli e fuggenti.

Io sposo il mare

Albert Camus

( da “Giornale di bordo” in Racconti di vento e di mare . Ed Einaudi)

 

17 novembre 2010

Aeroporto di Venezia.

L’aereo sta rullando sulla pista pronto per il decollo: destinazione Tenerife nelle isole Canarie. Da lì ci sposteremo a Santa Cruz de Tenerife per imbarcarci su Penelope, un Sun Odissey 51, con il quale attraverseremo l’oceano atlantico. Penelope è una bella barca di 15 metri, di proprietà di Eugenio e Paola, della Compagnia degli Skipper oceanici, una coppia affiatata, che da alcuni anni, ha fatto la scelta radicale di appartenere al popolo del mare, lasciando la sicurezza di precedenti occupazioni, per realizzare il sogno del navigare che ora li vede impegnati ,per la terza volta ,nell’attraversamento del grande mare oceano.

Stamattina alle 5.30 siamo partiti in 3 dalla stazione di Trieste: Lucia, Cristiana e Alessandro. A Venezia abbiamo incontrato Gianni e Aldo con cui ci eravamo sentiti solo via mail e a Tenerife conosceremo Enrico, Adriano e Patrizia, che per eventi fortuiti o per i movimenti imperscrutabili del destino, hanno deciso all’ultimo momento di partecipare a questa avventura.

Chi ha esperienza di viaggi in barca a vela, conosce le insidie che possono celarsi nella convivenza forzata che si crea in uno spazio ristretto in cui è preclusa la possibilità di allontanarsi. Eppure ognuno di noi ha scelto di vivere quest’esperienza , che vede un gruppo di persone per la maggior parte estranee tra di loro unite dalla comune passione per il mare, impegnate nell’obbiettivo di attraversare l’oceano, navigando senza interruzione per circa 3.000 miglia con destinazione Martinica nei Caraibi.

Molte volte durante questa traversata mi sono chiesta qual è stata la motivazione che ci ha mosso verso questa avventura. Quali motivazioni coscienti e quali spinte profonde ..hanno guidato la nostra scelta. Penso che ognuno di noi, in maniera diversa a seconda dell’età, del carattere e dell’esperienza, si sia dovuto confrontare con le perplessità e i dubbi riguardanti le proprie capacità,..la paura,..il timore dell’imprevisto e dell’ignoto,..le scomodità e le ovvie limitazioni dovute alle regole imposte dalla lunga navigazione e dalla convivenza forzata, ..nonchè i dubbi e le perplessità più o meno manifeste delle persone che facendo parte della nostra vita, a loro volta hanno dovuto confrontarsi con questa nostra decisione. ..E tutto questo   mi fa pensare che le nostre vite stiano già percorrendo un comune sentiero, nonostante la nostra estraneità di .esperienze, di età..di visioni del mondo. Così mentre poso lo sguardo su queste persone che non conosco eppure sento già così vicine, mi chiedo quale sarà il filo conduttore di questo viaggio e quale il territorio comune che insieme potremo esplorare e condividere.

Sono partita con la cerata e gli stivali, per liberare spazio nel borsone sempre troppo pesante che mi porto appresso,..ma l’essenzialità si sa,..come l’armonia, ..spesso è un punto d’arrivo faticosamente conquistato..piuttosto che un punto di partenza scontato.

Facciamo scalo a Madrid, e già il gruppo si compatta.

A Tenerife sono previsti circa 18.°..che bello questo andare verso il sole, anche se è un sole al tramonto,..da Est verso Ovest,..la rotta di Colombo..

All’aeroporto prendiamo un taxi che ci porta al marina di Santa Cruz de Tenerife, dove Eugenio, Paola e Penelope ci stanno aspettando..intenti a caricare le provviste.

Tranne Gianni, giunto ormai alla sua 4 traversata, divenuto essenziale per esperienza, abbiamo tutti del bagaglio in eccesso, tenuto conto dello spazio limitato che dobbiamo condividere.

Paola , ci chiarisce le regole riguardanti l’organizzazione degli spazi

Uno alla volta prendiamo posto nelle cuccette per sistemare le nostre cose negli scomparti , mentre tutt’intorno l’aria si accende di un tramonto rosa fucsia che riempie di fascino misterioso i contorni blu delle imbarcazioni.

La sera   andiamo a cena tutti insieme alla “boteguita canaria”, a mangiare carne cucinata sulla pietra calda, seduti all’aperto nell’atmosfera piacevole dell’isola.

Eugenio accenna alla possibilità di anticipare la partenza di un giorno, per questioni metereologi che; quindi per l’indomani, ci organizziamo per fare un giro dell’isola, mentre attendiamo che arrivi il resto del gruppo.

18novembre2010

Stamane sveglia alle 8, doccia fredda in marina e colazione frugale, per raggiungere in tempo utile il noleggio auto, prima che i turisti provenienti dai traghetti che attraccano in porto, esauriscano le scorte delle agenzie. In effetti dopo una lunga coda, l’impiegata ci comunica che non ci sono più mezzi a disposizione, così dopo una rapida consultazione, decidiamo di prendere un taxi collettivo che con 30 euro a persona, ci porta in giro per l’isola. Dal porto risaliamo lungo una strada che costeggiando un paesaggio imponente tra brulle spianate vulcaniche, boschi di pini e scorci di mare turchese, porta verso el Teide, il vulcano che domina l’isola. Raggiunta la sommità incontriamo distese di paesaggio lavico, dai caldi colori desertici nelle tonalità ocra rossiccio e marrone . Da lì proseguiamo diretti verso la costa e dal momento che si avvicina l’ora di pranzo, Carmelo, l’autista che ci sta accompagnando, ci indica un locale dove mangiamo il caratteristico coniglio fritto, con le patate cotte alla brace il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino tinto. Continuando nella discesa verso la costa, raggiungiamo la Plaja des Americanos, un’ampia spiaggia di scura sabbia vulcanica, circondata da una barriera compatta di costruzioni in cemento di dubbio gusto. Aldo e Gianni si lanciano con entusiasmo nell’acqua fredda di quel mare indaco, mentre io e Cristiana rinunciamo per via del coniglio non ancora del tutto smaltito.

Verso le 17 Carmelo ci riaccompagna in marina, dove incontriamo Enrico, Patrizia e Adriano arrivati da poco a Tenerife.

Ci incontriamo sul molo, noi già affiatati e un po’ curiosi nei confronti di “altri” di cui non sappiamo ancora nulla e con i quali ci troveremo a condividere l’attraversamento della grande acqua…

L’equipaggio di Penelope è composto di 8 persone oltre ad Eugenio, il capitano, e a Paola sua moglie e collaboratrice che si occupa della logistica in senso ampio.

Gianni viene da Vicenza,ed è alla sua 4° traversata oceanica. Poi c’è Aldo di Padova, mentre da Trieste ci siamo io ,  Cristiana, e Alessandro . Patrizia e Enrico sono 2 amici provenienti da Brescia, dirottati su Penelope per un imprevisto che fa saltare l’organizzazione della loro traversata. Avrebbero dovuto partire da Capoverde, con uno skipper con il quale Patrizia aveva già percorso molte miglia in varie occasioni, che dovendo rinunciare al progetto, dà loro come riferimento Eugenio

E poi c’è Adriano che viene da Treviso ed è l’ultimo a prendere la decisione di imbarcarsi…per il mitico viaggio oltre il mare..

Dopo le presentazioni, il gruppo di “amici miei”, si perde nelle vie di Tenerife per le provviste dell’ultimo minuto..qualche bottiglia di buon vino spagnolo, le creme protettive..gli occhiali. Per trovare il vino dobbiamo camminare fino alla “Corte Inglès” un marchio di supermercati molto fornito, dove un consulente ci consiglia del buon vino bianco delle Canarie.

Su Penelope, ci accoglie Eugenio con l’aperitivo. D’ora in poi le bevande alcoliche saranno limitate, per evitare sonnolenza o perdita di concentrazione durante i turni di guardia o al timone. Vengono distribuiti i turni che rimarranno fissi per tutta la traversata, senza tener conto del cambiamento di fuso orario. Ogni turno prevede la rotazione di 3 persone. una al timone e due in stamby , una in entrata e una in uscita per il controllo di eventuali navi o per le manovre alle vele. A me viene assegnato il turno notturno .dall’1 del mattino alle 5.30 e l’equivalente diurno . Rapidamente cerchiamo di memorizzare “chi deve svegliare chi” e poi si passa alle misure di sicurezza. Eugenio distribuisce i compiti in caso di pericolo, nell’eventualità di dover utilizzare la zattera di salvataggio e spiega l’utilizzo dell’Epirb, cioè il segnalatore di posizione rilevabile dai radar. Proviamo salvagenti e cinture di sicurezza, facciamo il punto sui richiami via radio in caso di necessità parziale o estrema, Securité, Pam, o Maiday, da ripetere 3 volte specificando il nome dell’imbarcazione e le coordinate geografiche.Prendiamo visione dei numeri del soccorso medico internazionale in bella vista dietro il tavolo da carteggio, che permettono di avere una consulenza guidata in caso di problemi gravi Infine Eugenio conclude avvisandoci che in caso di morte, dopo 24h in cui non si sia potuto effettuare il recupero, la salma viene calata in mare nel sacco dello SPI! ..naturalmente aggiunge..chi ritenesse dopo queste precisazioni di avere dei dubbi,..è ancora in tempo per sbarcare…

A questo punto la tensione è cresciuta al punto giusto ed è giunta l’ora di andare sul molo per immortalare con un murales la partenza di Penelope e del suo equipaggio. Per l’occasione abbiamo comprato una bomboletta spray blu, due barattolini di colore bianco e giallo da stendere con il pennello, diluente e scoth per definire i contorni. Troviamo uno spazio tra i murales dei vari equipaggi partiti o arrivati dalla traversata negli anni precedenti. Lucia dà il via a questa opera mirabile quanto approssimativa a causa del fondo un po’ sconnesso della parete del molo. Tutti partecipano con consigli o supporti. Gianni illumina con la torcia il muro mentre le cucarache,..enormi scarafaggi piuttosto sgradevoli passeggiano avanti e indietro stanati dal forte odore della vernice.Alessandro in pozzetto osserva le stelle consultando Stellarium,un programma che Aldo ha scaricato da internet per avere un riferimento nel riconoscimento di alcune costellazioni .Sul molo   si aggirano le ombre silenziose di chi sussurra nei cellulari le rassicurazioni e gli ultimii saluti prima della partenza.

19 novembre 2010 venerdì

1° giorno di navigazione

Alle 7 mi sveglio con un senso di ristrettezza. Solo per questa notte abbiamo dormito tutte 3 nelle cuccette, ma da stasera saremo sempre in 2 per la rotazione dei turni. Io e Cristiana, come due mummie una accanto all’altra sostiamo ancora un momento con gli occhi aperti nel tepore del sacco a pelo. Patrizia nella cuccetta superiore, riposa . Andiamo a fare la doccia in marina sperando di trovarla almeno tiepida..ma la speranza anche oggi è andata delusa. Poi Paola e Cristiana vanno al mercato per l’approvvigionamento di frutta e verdura fresche, mentre io e Aldo ultimiamo il murales con i nomi della barca e di tutto l’equipaggio. Il risultato è abbastanza dignitoso, e ora sulla parete del molo, una vela bianca illuminata da una grande luna racconta che noi siamo partiti di là. Aiutiamo Eugenio a fissare il canotto, togliere il tendalino, riporre i cavi, le scarpe e tutto quello che non sarà di uso corrente durante la navigazione.

Poi si passa al lavaggio di Penelope per ripulirla delle ultime tracce di terrestrità..e a un certo punto si ode un tonfo..Aldo intento a ripulire l’ultimo tratto a poppa,..scivola e finisce in acqua, riemergendo di colpo nello spazio ristretto tra Penelope e il molo, prontamente recuperato da Eugenio e Adriano e prontamente spruzzato di Rescue Remedy da Lucia..che mentre risale coglie il movimento fugace di un   bernoccolo che spunta dalla sommità della testa..

Per fortuna non ci sono conseguenze oltre il bernoccolo e qualche graffio sulla schiena e lungo il braccio..

Ringraziamo Aldo per questo battesimo dell’acqua che essendo andato a buon fine.. sicuramente sarà di buon auspicio per il nostro viaggio..

Alle 11.25 molliamo le cime.

Pressione 1019-prua 210-Vento da W-Velocità 6 kn

Navighiamo in direzione sud ovest. Alle nostre spalle sfila l’isola di Tenerife, con la sua costa bruna , la cui visione ci accompagna fino a tarda sera. Poi scompare qualunque traccia di terra sul buio orizzonte. Intorno a noi solo le luci di navi lontane e la ricerca dei segnali rossi e verdi per identificarne la rotta.

Quando cala il vento, togliamo il fiocco e proseguiamo per un tratto a motore. Per cena Paola cucina una buona pasta al pomodoro piccante. Mi corico presto per prepararmi al primo turno di guardia nel cuore della notte. Intorno a noi l’oceano si stende ovunque illuminato dalla luna quasi piena. Tra i cumuli scuri occhieggiano le stelle:..Orione, le Pleiadi,..il Toro, ..Sirio..e poi il pianeta Giove dalla luce intensa.

Osservo la randa gonfiarsi al vento e il guidone di S.Marco sventolare… Sono qui,..in questa immensità dove esiste solo il presente. Osservo la posizione delle stelle che ruotano nel cielo con il passare delle ore,..lasciando intravvedere altre stelle sempre più lontane, che mutano posizione incrociandosi e confondendo l’idea di altri cieli immobili ,rispetto a questo scenario incomparabile, in perpetuo movimento.

Nubi color indaco coprono la luna che riemerge ogni volta con più forza, con la sua luce bianca, disperdendole in un caleidoscopio di immagini buffe di principesse..cavalieri,..lupi e coniglietti,..orsi e coccodrilli,..per i sogni dei naviganti.

Sabato 20 novembre 2010, 2° giorno di navigazione.

Alle 4 finisce il mio turno al timone e proseguo fino alle 5.30 per l’avvistamento di navi e per tutte le necessità che si possono evidenziare in quel tratto di navigazione. Alessandro si ritira, dopo essersi appisolato al suono lieve delle parole fitte scambiate tra me e Enrico che inizia ora il suo turno…i misteri della fisica,..i segreti dell’alchimia,..le stelle,..l’educazione dei figli,..la crisi economica..Quando finisco il turno alle 5.30, sale un po’ di vento e si materializza Eugenio che dà gli ordini per modificare l’assetto delle vele. Mi accascio in cuccetta, mentre una parte lontana della mia coscienza, registra gli sbandamenti di Penelope che deve trovare il nuovo assetto.

Mi risveglio alle 8 con il profumo del caffè. Cristiana sta finendo il suo turno; stiamo veleggiando alla velocità di 6 nodi, con 10 kn di vento. Il mare color indaco, ha un’onda lunga gentile.Il cielo solo qualche sfumatura più chiara, apre gli occhi per brevi istanti su spazi turchesi… un branco di piccoli delfini scuri, ci viene incontro e scompare rapidamente. La giornata trascorre scandita dal cambio dei turni di guardia e al timone, senza particolari eventi. Eppure in questa dimensione, tutto è rilevante, e il tempo scorre perfettamente sincronizzato nel presente. A pranzo Paola prepara un’insalata di patate lesse con pezzetti di wurstel, cetriolo, maionese e uova sode, accompagnata da gustosi formaggi sardi.

All’una riprendo il turno. E’ calato il vento, ed è aumentata l’onda, così Eugenio dirige le manovre per tangonare il fiocco e fissare le ritenute alla randa…e per issare la trinchetta che permette di ottimizzare ogni soffio di vento utile per sospingere Penelope lungo la nostra rotta . La prua è a 235°. Abbiamo un vento al lasco intorno ai 10 kn e riusciamo a tenere circa 6 kn di velocità. Le condizioni metereologi che sono tranquille, ma all’inizio prendere il timone, mi fa un po’ di soggezione, per quella grande onda lunga e quel dispiegamento di vele che a me, confrontate con quelle della mia barchetta di 8 metri, sembrano immense. Poi Penelope trova il suo ritmo ed io imparo a seguirla fiduciosa, mentre respira nell’ampio alito dell’onda oceanica.

Mare indaco e cielo coperto di cumuli vaporosi, sprigionano una luce intensa e affascinante. L’equipaggio riposa sottocoperta.. Fra un po’ andrò a riposare anch’io, perché il ritmo del sonno è fondamentale per essere ben desti nel momento del proprio turno e per non doverci trovare estenuati in caso di condizioni metereologi che impegnative.

Mi risveglio all’ora di cena; sono tutti fuori in pozzetto. Paola ha preparato una zuppa di funghi tipo pancotto, che Eugenio chiama la zuppa del marinaio e sembra garantire un buon equilibrio del sistema gastrointestinale. Stiamo mangiando cose semplici e porzioni contenute, ma alla fine di ogni pasto siamo sazi e per nulla appesantiti. Un bicchiere di vino rosso “el teide” completa la cena e apre le danze alla sera.

Il cielo nuvoloso lascia trasparire una pallida luna mentre poco distante, Giove occhieggia con la sua potente intensità facendosi spazio tra le nuvole.

Torno in cuccetta e mi schianto all’istante. Riapro gli occhi con la voce gentile di Gianni, ancora titubante nel dovermi svegliare. Sopra una tuta aderente di tessuto tecnico, che protegge dall’umidità, indosso la cerata completa, la torcia da fronte,..il berretto di lana..e esco nella notte.

Ai miei occhi abituati all’oscurità si apre una visione surreale..come un sole di mezzanotte, la luna allo zenit, immensa e luminosa, circondata da un alone ampissimo,..rischiara a giorno la notte oceanica.

Alessandro al timone è silenzioso per via di una nausea fastidiosa. Faccio un breve massaggio a Patrizia che esce dal turno al timone con le spalle contratte..

Navighiamo con andatura a farfalla, con il fiocco tangonato e la ritenuta alla randa. Abbiamo mantenuto la trinchetta anche per la navigazione notturna. Scruto l’orizzonte alla ricerca di navi in transito e la luce lunare si frammenta in mille false luci che scompaiono quando lo sguardo si fa più attento.

Alessandro comincia a divertirsi e fa planare Penelope sull’onda raggiungendo la buona velocità di 7 .30 kn. Più tardi mentre sono al timone, la velocità del vento sale a 15 kn e mi permettere di toccare 8,40 kn..poi l’onda lunga si attenua e la velocità si assesta sui 7 kn.

Lo spettacolo della luna sul mare indaco mi sospinge in una meditazione profonda. I cumuli si muovono rapidamente componendo figure grottesche..lupi e lepri si rincorrono nel cielo. Il mare si oscura e all’orizzonte resta un cono luminoso a illuminare la notte..finchè la luna esce di scena e scende la profonda oscurità. Sono le 5.30 Prima di ritirarmi in cuccetta, mi sofffermo al tavolo da carteggio dove dopo ogni turno ognuno di noi riporta su uno schema predisposto da Eugenio, il punto nave e i dati essenziali per la navigazione

21 novembre 2010, domenica

Ore 8.

3° giorno di navigazione.

Stamattina alle 8.30 parte la ARC da Las Palmas nelle Canarie.

In pozzetto ferve l’attività. Eugenio ha preparato la canna da pesca. Un piccolo Dorado ha già abboccato, ma date le piccole dimensioni viene liberato in mare. Poi è la volta di qualcosa di grosso…forse un tonno,..ma non lo sapremo mai, xchè si rivela troppo grosso per le nostre forze e nel traffico del recupero lo perdiamo..anzi si libera portandosi via un’ottima esca.

Nel frattempo abbiamo calato la trinchetta per manovrare con più facilità e riportato il fiocco nel suo assetto naturale. Cristiana viene messa in sicurezza e con un secchio di tessuto con cui recupera l’acqua in mare, si lava i capelli..inaugurando la stagione estiva!..compare Aldo con la barba fatta in onore della domenica..ogni tanto qualche falso allarme fa sobbalzare Alessandro che recupera rapidamente fino a scorgere il nostro sparuto gamberetto di gomma che usiamo come esca. Eugenio rimpiange per un attimo l’esca perduta…”una vera bomba dice”..ma poi si torna a guardare con trepidazione il filo teso sull’acqua. Oggi a pranzo era previsto pesce… cominciamo a preoccuparci!

In pozzetto, nel sottofondo creato dalle onde che si infrangono a poppa, si alternano i racconti di mare,..ricordi di barche perdute,..storie di personaggi entrati a far parte delle leggende di questa traversata …come il mitico DJ, radioamatore, che ha avviato il ponte radio con i velisti che attraversano l’atlantico..Omero, che in questo momento ci precede di circa 200 miglia ed è alla sua 30sima traversata..e tanti altri nomi sconosciuti, che a poco a poco ci diventano famigliari..

Dalla cucina sale un profumino non ben identificato. Si prepara la tavola in pozzetto. Viaggiamo a circa 6,8 kn con prua a 235°.Al posto del carpaccio di tonno, arrivano toast sfiziosi che garantiscono stabilità al nostro stomaco.

Alle 11.30 abbiamo il battesimo del vomitatorio a poppa. Aldo mentre sta facendo il punto nave..ha un rigurgito e splash si libera in un battibaleno…poi la vita riprende.

Alle 14 c’è il 3° tentativo. Questa volta è un magnifico dorado azzurro e giallo di poco più di un metro. Eugenio lo stanca e..dorado stanca Eugenio, passando avanti e indietro ripetutamente sotto la barca. Ci mettiamo alla cappa e finalmente riusciamo a tirarlo in pozzetto! Eugenio urla a Adriano di arpionarlo in testa…dorado si dibatte..Adriano ha un briciolo di attenzione di troppo per timore di rovinare la barca..e così in un ultimo colpo di coda il dorado di circa 15 kg, si inabissa sotto lo sguardo disperato dei naviganti. Da questo momento Adriano diventa “ex dorado”..e ormai è soggetto al ricatto di un infinito turno notturno nonché alla concessione gratuita del suo mega telefono satellitare!!..

Alessandro per sdrammatizzarer icorda che dorado entrerà a far parte dell’immenso circuito della catena alimentare e noi..ceneremo a cevapcici!!..in realtà Paola prepara bistecche e melanzane grigliate e siamo tutti contenti. Mi corico presto, per recuperare qualche ora di sonno. Nel pomeriggio, dopo l’appuntamento via radio, di Eugenio, abbiamo potuto inviare a casa le prime mail in formato ridotto per evitare sovraccarichi alla linea che intaserebbero le comunicazioni. All’una di notte, mi sveglio prima ancora di sentire il richiamo di Gianni. Ho già indossato la tuta e rapidamente completo la vestizione. Patrizia distribuisce il caffè caldo che Paola prepara ogni sera insieme a un thermos di thè ,..così pian pianino smetto di sbadigliare.Un’altra notte magica si apre davanti a me. Tra le nuvole si intravvede la volta stellata..che insieme alla grande onda oceanica,..è la vera protagonista di questa traversata. Quando mi ritiro alle 5.30, all’orizzonte sorge Saturno, di una luminosità intensa e calda. Stanotte abbiamo superato il tropico del cancro e domani inizieremo a poggiare verso Ovest.

Lunedì 22 novembre 2010, 4° giorno.

Mi sveglio alle 9.30 con il profumo del caffè. Per evitare complicazioni, i turni di guardia si attengono all’ora di Tenerife, cioè alle condizioni orarie della partenza, mentre man mano che procediamo, adattiamo l’orario dei pasti con il cambiamento del fuso orario. Su Penelope ferve l’attività, e si sente il chiacchiericcio del turno mattutino. Oggi è la prima giornata di cielo azzurro cosparso di tanti batuffoli bianchi.La temperatura è salita, e il moto ondoso si è attenuato.,..così inizia il rito della doccia,..uno alla volta, seduti sullo specchio di poppa, carichiamo l’acqua nel secchio di tessuto fissato saldamente e ce la rovesciamo addosso..è una libidine incredibile..finalmente mi lavo i capelli che sembravano imbalsamati!..stare seduti a poppa ,..mentre Penelope scodinzola allegramente, fa una certa impressione..quando arriva l’onda, sembra che ti inviti a scivolare tra le sue braccia. Il rito della doccia crea un’atmosfera vacanziera..complice il cielo azzurro e il clima mite. Nei giorni precedenti, la rotazione dei turni, l’umidità e l’aria ancora piuttosto fresca, il grigiore diffuso…avevano evocato un’atmosfera da lavori forzati. Poi durante il turno di Adriano, si percepisce uno strattone sulla lenza….replay…Eugenio cerca di recuperare rapidamente..in lontananza scorgiamo la preda che entra ed esce dall’acqua. Iniziano le scommesse sulla natura del pesce che sembra seriamente intenzionato ad arrivare in pozzetto…poi a una decina di metri, si slama e se ne và. Restiamo inebetiti e increduli. Abboccano facilmente,..ma facilmente se ne vanno…così neanche oggi si mangia pesce!

Prua 260°, vele a farfalla , fiocco tangonato, ritenuta alla randa e trinchetta. C,è poco vento e raggiungiamo a fatica i 5 kn di velocità. La giornata scorre pigra e ognuno trova la sua posizione e il suo angolino, occupati a prendere il sole, leggere , scrivere, contemplare l’immensità..

In pozzetto si percepisce che il calore del sole è particolarmente intenso, ma non registro il segnale. Quando d’estate giro con la mia yoghi, sono abituata a lunghe ore di navigazione sotto il sole di luglio e agosto, così evito di mettere il copricaco , sottovalutando il fatto che su Penelope non ci si rovescia l’acqua in testa durante la navigazione, perchè il sale danneggerebbe le parti in legno della barca e porterebbe un aumento notevole dell’umidità all’interno delle cabine. Così al tramonto dopo aver ignorato per ore un pungolo deciso sulla sommità del capo, vengo assalita da un fastidioso mal di testa. Durante il giorno si è parlato dei rischi dell’insolazione, ..ed ora comincio a ripensarci. Mi ritiro in cuccetta e cerco di riposare al buio, ma appena poso la testa sul cuscino, ..sembra scoppiare come una scatola di cerini impazzita. Provo ad utilizzare i miei rimedi di soccorso, ma il dolore anomalo cresce a dismisura trascinandomi nello sconforto. Per un istante penso che potrei morire. D’improvviso mi rendo conto perché non bisogna indebolirsi in queste situazioni…per qualche attimo, l’idea di essere quasi irraggiungibile, mi sgomenta. Poi mi arriva l’immagine di mia madre che si cingeva la fronte con una fascia bagnata. Mi alzo barcollando e inumidisco una fascetta che uso per raccogliere i capelli. Subito il calore esce a fiotti scaldando il tessuto. Ripeto l’operazione finchè sento il fuoco defluire. Poi per arginare il dolore prendo una pastiglia di tachipirina a cui non sono abituata e a questo punto dallo stomaco si scatena un formicolio allarmante e subito dopo la nausea mi assale. Esco rapidamente e mentre il resto dell’equipaggio è occupato nelle manovre mi avvicino al vomitatorio, uno spazio a poppa facilmente raggiungibile e adatto a questa dolorosa emergenza e libero in mare, la mia stoltezza..Con la stessa rapidità, torno in cuccetta e mi addormento. Dopo poco arriva Cristiana preoccupata e mi costringe ad uscire..così pian pianino mi riprendo in tempo x gustarmi uno splendido tramonto rosa..e il sorgere di una grande luna gialla. Quando arriva il mio turno di guardia, Gianni non ha cuore di svegliarmi, ma io sto meglio..e raggiungo il mio posto sotto le stelle.

Martedì 23 Novembre 5° giorno

E’ una bella giornata, mare calmo e assenza di vento. Da ieri sera stiamo navigando a motore a basso regime per tenere almeno la media di 5 nodi…questa tranquillità ci disorienta, ma permette di fare molte cose che risultano più difficili con un forte moto ondoso…per esempio pulire il pesce..e così “detto fatto”, arriva in barca un bel dorado!.. è una femmina di almeno 3 kg..sfinita dalla lunga corsa, ..e la battaglia è di breve durata. Appena esce dall’acqua perde rapidamente i suoi colori sgargianti turchese e oro..per divenire grigia con sfumature giallo canarino. Eugenio la sfiletta con maestria gettando in mare la pelle e le viscere. Alessandro ha già sistemato la canna e srotola il filo. Le previsioni meteo che Eugenio ha scaricato stamattina, prevedono calma di vento per i prossimi giorni. Più a Nord, una bassa pressione crea vento da SW per i velisti della Arc che stanno scendendo. Per ora niente alisei.

La pressione è aumentata lievemente. Prua  245.°

La canna ha un fremito, e un altro piccolo dorado inghiotte il falso gamberetto rosa. Tra l’equipaggio c’è incertezza per le piccole dimensioni,ma il dubbio ce lo toglie il piccolo dory, che dopo essere atterrato in pozzetto, si slabbra e se ne và,..con la stessa rapidità con cui è arrivato!

Stanotte siamo stati visitati da un branchetto di delfini. Erano circa le 4.30, quando vediamo una massa scura emergere dall’acqua. Aldo lancia un grido di avvertimento e il piccolo acrobata del mare si esibisce in una doppia piroetta prima di scomparire. Dopo un po’ compare il resto del branco. Sono piccoli e scuri, rapidi e sinuosi. Ci accompagnano per un tratto e poi si inabissano.

Approfittando della calma di vento, e del pilota automatico detto “Guido”, apriamo il computer di Ale, che ha scaricato il programma Stellarium, così ampliamo la conoscenza delle costellazioni e delle stelle più luminose che sera dopo sera ci illuminano di immenso. La contemplazione di questo cielo stellato crea un’emozione così forte che rende difficile il parlarne. Basti dire che nel cuore della notte le stelle sono ovunque, dal cielo alto, fino all’orizzonte, tanto che a volte le abbiamo scambiate per le luci delle navi in transito. Da alcuni giorni alle 5.30, sale dall’orizzonte un pianeta rosso. All’inizio pensiamo si tratti di Marte, e invece tramite Stellarium, scopriamo che si tratta di Saturno. Così quando Saturno sale, Giove che mi ha fatto da punto di riferimento per tutta la durata del turno di guardia, scompare dentro l’orizzonte,..e il cosmo ci appare in tutto il suo grandioso movimento..

Sono le 11.25 e Aldo come ogni giorno fa il punto nave.Ieri abbiamo toccato 22° di latitudine e 22°di longitudine (7,5 +15 la distanza tra i meridiani), così dovremmo anticipare di 1 ora gli orologi, ma Eugenio preferisce mantenere costante l’orario iniziale stabilito per i turni di guardia, e ci limiteremo ad anticipare solo i pasti.

Ora siamo tutti in pozzetto immersi nella lettura. Al timone c’è sempre “Guido”, che ha la capacità di non distrarsi. Le nuvole hanno offuscato il sole e subito la temperatura scende.

Stanotte riflettevamo con Enrico sul fatto che in questo viaggio abbiamo tutti difficoltà a ritirarci nei nostri pensieri..la mente trova il suo ritmo nel “qui e ora”, e ci regala una presenza senza sforzo, impensabile nella vita quotidiana, dove ognuno di noi costretto nei ritmi accelerati è sempre un po’ spostato “nell’altrove”. Qui l’universo tutt’intorno ti assorbe in una dimensione meditativa risanatrice,..e i pensieri che avevi preparato,..che avresti forse voluto dipanare nell’occasione del viaggio, ..perdono continuità e consistenza. Non riesco a dire “sono felice,..riesco a dire “sono”.

Ieri mentre stavo male, non ho mai pensato di chiedere aiuto. Ero orgogliosa che nessuno si fosse accorto del mio disagio…come le bestioline rintanata,..ma in realtà senza fiducia. Eppure queste persone in fondo estranee, pur rispettando i miei pudori, per qualche attimo mi ricoprono di delicate gentilezze, per nulla scontate..come scendere a prendere un biscotto, portare un sorso d’acqua,..dare la disponibilità a coprirti un turno..o una parola affettuosa..ora la mia mente è pronta a inabissarsi in profonde riflessioni..ma l’immensità degli spazi mi rapisce di nuovo,..e percepisco solo questo navigare al centro dell’universo,..come il nucleo di una cellula,..Penelope e il suo equipaggio,..un turacciolo nel grande mare oceano.

Alessandro ritenta il lancio, e al secondo tentativo portiamo in pozzetto un altro dorado per completare il pranzo. Paola li prepara impanati e li serve con un’insalata mista e un bicchiere di vino bianco fresco. All’una inizio il mio turno diurno. Approfittando di un alito di vento spegniamo il motore e issiamo lo SPI . Mi concentro sull’immagine colorata della grande vela rossa gialla e nera. Intorno a noi .. un grande silenzio. Il cielo azzurro è cosparso di nuvolette leggere che ci illudono sull’arrivo degli alisei. L’oceano respira nell’onda lunga e sinuosa.

Mercoledì 24 novembre 6° giorno

“..per fuggire dalle depressioni in Atlantico,..gran lasco e mura a dritta”..dice Eugenio, mettendo a fuoco l’argomento della giornata. Dopo 2 giorni di navigazione a motore per assenza di vento, ci concentriamo nel visionare le previsioni meteo, che arrivano via fax nella notte..Da Nord è in arrivo una forte depressione con valori di 980..che è un bel buco!..e pare che dietro ne segua subito un’altra. Le previsioni sono a 96 ore e prevedono vento 25 kn da SW, che data la nostra rotta significa navigazione di bolina con vento contro!..altro che alisei..

Ad un primo sguardo Eugenio ritiene che questa perturbazione coinvolga soprattutto quelli della Arc che si trovano più a Nord,..mentre noi dovremmo essere protetti da un’alta pressione che dovrebbe far da barriera e permettere poi la formazione dei mitici alisei…ma durante il collegamento tramite il ponte radio arrivano notizie più allarmanti. Omero che sta navigando a 17° di latitudine,più a Sud rispetto alla nostra posizione a 21°, sostiene che conviene dirigere verso l’arcipelago di Capo Verde. Felice che conosce Capoverde, ci consiglia di ripararci a Melillo, dove si è ridossati dall’onda di SW. Giovannini della compagnia degli Skipper Oceanici, interpellato con il satellitare sostiene che la perturbazione non dovrebbe raggiungerci. Avendo esperienze di volo, valuta la Pressione anche sopra i 500mt.

Alla fine Eugenio decide di dirigere a Sud per 215°, in maniera da abbassarci per cercare di schivarla, lasciandoci aperta la possibilità in caso di problemi, di tornare al lasco verso Capoverde.

Così procediamo in questa decisione, in attesa di ulteriori aggiornamenti sulla situazione.

Con Aldo facciamo qualche rotta utilizzando carte diverse. Vorrei saperne di più per seguire meglio le valutazioni di Eugenio. Anche i pochi concetti di meteorologia appresi con la patente nautica, sono ormai sbiaditi. Prua a 215° e poi 230°. Eugenio ci comunica che nell’arco di 96 ore dovremmo raggiungere i 17° di latitudine e trovarci al sicuro rispetto alla coda della depressione.

Siamo al tramonto e il clima si è normalizzato. Eugenio ha preso la sua decisione sulla rotta e noi abbiamo preso atto. In barca c’è sempre un unico capitano.Intorno a noi due delfini giocano in lontananza sull’onda lunga, mentre due sule si rincorrono a pelo d’acqua. Abbiamo il vento contro e dobbiamo tenere un po’ di motore, ma nonostante questo, il clima su Penelope è disteso. Stamattina abbiamo pescato un dorado di 8/10 kg. L,ha tirato in barca Alessandro con il sostegno di Eugenio che l,ha arpionato e legato per la coda.

Aldo dopo aver versato del rhum nelle branchie, per accelerare la morte, si è occupato di ripulire e sfilettare il pesce, liberando 4 grandi filetti pronti per essere cucinati!.

Ora con Paola abbiamo pelato le patate, e stasera lo mangeremo al forno. In previsione di giornate più burrascose, bisogna mangiare e dormire per non indebolirsi. Giovannini degli skipper oceanici, prevede una perturbazione in arrivo per il 1° dicembre. Questo cambiamento di rotta ci sta facendo allungare il percorso e alcuni di noi probabilmente rischiano di perdere la prenotazione aerea.

Oggi è più difficile riposare nel pomeriggio. Penelope ci avvolge ogni giorno di più in un’atmosfera sempre più compatta..così arriva l’ora dell’aperitivo,..le letture..gli scambi di informazioni preziose provenienti dai diversi mestieri e professioni dei membri dell’equipaggio….e poi a cena onoriamo il grande dorado che Paola ha cucinato in forno con le patate .. e dopo cena Eugenio mette un film..

Fuori nella notte buia, il turno di guardia si confronta con un’oscurità sconosciuta nei giorni di luna piena. E’ un nero avvolgente che quando gli occhi si abituano, rivela la scia lattiginosa della via lattea. Vado a finire il libro giallo iniziato in aereo, e rubo un po’ di tempo, al sonno prezioso. Nel dormiveglia sento i dialoghi del film che si intrecciano con le comunicazioni radio di Eugenio..e poi il nulla. All’una Gianni mi risveglia con la consueta delicatezza con cui poi scompare. Ora la notte è chiara nonostante la luna calante. Una chiacchierata con Enrico sulla situazione politica italiana. Alessandro è taciturno. Alle 5 riapriamo il fiocco perché sale un po’ di vento.

Giovedì 25 novembre 7° giorno

Facendo il punto nave, verifichiamo di aver fatto un terzo del percorso. Stiamo aspettando l’anticiclone che permetterebbe la formazione degli alisei. A NW abbiamo la depressione e sopra a Miami, si trovano piccole zone di alta pressione che dovrebbero unirsi per formare l’anticiclone. Nell’attesa godiamo di un clima temperato e un’onda lunga che crea l’effetto delle dune in un deserto blu. Il cielo è cosparso di nuvole che dovrebbero scomparire all’arrivo degli alisei. Per fortuna riusciamo a tenere l’andatura a vela, ma restiamo entro i 5 kn di velocità, e quindi siamo piuttosto rallentati rispetto alla tabella di marcia. Per cercare di evitare l’annunciata depressione e la perturbazione ad essa associata, ci stiamo dirigendo verso Sud e quindi procediamo meno nell’avvicinamento alla nostra destinazione.

Apprezzo fino in fondo questa dimensione di vita! i piccoli riti della giornata..il ritmo del riposo..i silenzi e gli sguardi persi sull’orizzonte..le chiacchierate..le battute scherzose…il piacere dei pasti..la lettura dei racconti di mare..e i monologhi di Cassandra..

Alle 19 si è alzato un bel vento da W, preceduto da un aumento del movimento collinare dell’onda grigio blu…valli e colline d’acqua si muovono sinuose nell’immobilità della sera..poi Penelope raccoglie felice il vento tra le sue vele e parte briosa superando i 7 kn, dopo due giorni di fiacca..

Venerdì 26 novembre 8° giorno

Ore 4. Ho appena finito il mio turno al timone in questa notte ancora diversa da tutte le altre notti. La luna calante dietro al manto nuvoloso, lascia intravvedere i contorni della sua immensa circonferenza. Per passare il tempo facciamo alcuni calcoli spiccioli partendo dal nostro punto di osservazione. La distanza dall’orizzonte si può calcolare all’incirca in 10 miglia. Applicando la formula di antica memoria dell’area del cerchio,(raggio x raggio per 3.14)..ci rendiamo conto che il nostro sguardo può spaziare su circa 300 miglia di spazio incontaminato. Finora non abbiamo incontrato nessuno, fatta eccezione per 2 navi all’altezza dell’orizzonte, che facevano rotte distanti..2 sule che dopo aver roteato sopra di noi si calano per giocare sulle onde..e all’alba un delfino che esce piroettando dagli abissi blu, per darci il buongiorno…così puoi sentirti piccolo e sperduto in questa immensità,..o racchiuso in una piccola porzione di mondo, ..dove l’onda,..il delfino,..la sula,..o il dorado che ci nutre,..scandiscono il nostro quotidiano..

Penelope procede a motore, perché nonostante il vento in poppa, non vi è forza sufficiente per gonfiare le vele. Mettiamo la ritenuta alla randa ben cazzata, e chiudiamo il genoa. Navighiamo a 5 kn con prua a 235°. Stanotte abbiamo sentito Omero che 300 miglia più a sud, sta veleggiando con 20 kn di vento da NE!.

L’aliseo comunque non si è ancora formato per mancanza di alta pressione che permetterebbe la formazione dell’anticlone.Pare anzi che il 1° dicembre sia prevista un’altra perturbazione, di notevole intensità. In pozzetto siamo piuttosto silenziosi. La stanchezza inizia a farsi sentire. Il cielo senza stelle, coperto dalle nuvole non ci permette di spaziare nelle sue profondità. Fra qualche giorno sarà buio totale e c’è da augurarsi che l’oceano mantenga calme le sue acquee….stanotte Patrizia mi ha parlato di una regata che dura circa una settimana, e si chiama Blue –cup e si svolge tra le isole greche alla fine di ottobre. E’ una regata goliardica organizzata da una scuola vela e in quei giorni, tutti i locali sulle isole, restano aperti per i regatanti!!..a maggio invece, pare ce ne sia un’altra molto bella alle cicladi.

In queste notti non c’è solo intensità. A volte si tratta semplicemente di presenza assoluta nel qui e ora…a volte solo voglia di chiudere gli occhi e riposare..

Mi sto tarando su 4 ore di riposo e qualche integrazione durante la mattinata o dopo cena. In questo modo si riesce ad essere abbastanza riposati. In attesa di perturbazioni che potrebbero impegnarci più duramente, è meglio evitare di accumulare stress e stanchezza.

La mattinata passa in pozzetto. Fa parecchio caldo. Paola mi racconta il sogno della notte. Sembra esserci un tema comune in questo gruppo..l’incontro con il limite,..la necessità di entrarci senza perdersi. Potremo scrivere..” sogni su penelope”.. o creare con i sogni una grande fiaba collettiva..potrebbe essere divertente,..ma poi il tempo passa con estrema facilità..come una danza armoniosa..

Paola prepara un aperitivo con succo di papaia..sullo sfondo lo Spi ondeggia pigro portandoci sui 4 kn

Ore 13

All’0rizzonte compare una vela. Controlliamo con il super cannocchiale a fuoco fisso di Aldo. E’ un due alberi e sembra provenire da Capoverde. Pensiamo che potrebbe trattarsi di Stain lager, una goletta di 24 mt che pare sia in testa nella ARC.La cosa inquietante è che loro stanno sicuramente cercando di incontrare l’annunciata perturbazione, e puntano diritti su di noi! Ora Paola cercherà di contattarli via radio. Sembra che una parte dell’equipaggio sia italiano.

Un’altra idea per il libricino è quella che ognuno racconti gli antefatti che hanno portato alla decisione di compiere la traversata.

La barca a vela sullo sfondo si avvicina rapidamente. Non può essere Stain lager, cheha lo scafo rosso e blu. Questo scafo è tutto blu e sembra un Perini. In effetti dopo poco ci contattano via radio in inglese, e ci ragguagliano sulla situazione meteo. Domenica sera e lunedì potrebbe essere piuttosto movimentato, tra i 15 e i 25 kn. Bisognerebbe scendere intorno ai 14° di latitudine, mentre ora siamo ancora a 18. Omero mantiene la distanza di circa 300 miglia davanti a noi ed è a 16° di latitudine, e viaggia con vento portante da NE intorno ai 15 kn. Il rischio è che quando arriviamo in zona, non ci sia più vento, perché si stanno formando altre due depressioni previste per il 1° dicembre.

La giornata passa nell’incertezza della direzione. La stampante emette rotoli di previsioni meteo su cui facciamo calcoli e ipotesi. L’alta pressione non regge e quindi dobbiamo scendere. Si pensa anche di tornare a Capoverde, ma ormai calcoliamo che dovremmo tornare indietro di 200 miglia, così Eugenio decide di procedere con rotta 235°.

Il tramonto ci accoglie con piccoli batuffoli melanconici sulle tonalità del grigio e del rosa…

A cena risotto con la zucca e prosciutto crudo spagnolo annaffiato da un buon bicchiere di birra fresca. Fuori la notte è completamente buia. Abbiamo regolato le vele togliendo il tangone al fiocco e issando la trinchetta. Con un buon vento al traverso, penelope riprende la sua corsa nella notte, avvolta dal luccichio intermittente del plancton e delle stelle che compaiono e scompaiono tra le nuvole.

Mentre sto per coricarmi, Eugenio propone un po’ di musica. Ha una pennetta con tutto Mogol e passiamo una piacevole serata a cantare le canzoni che hanno attraversato tante generazioni ed è un piacere ascoltare i toni più alti , sicuri e appassionati, di chi a turno, ritrova nelle armonie conosciute, l’intensità dei suoi anni migliori..

Oggi è stata una giornata creativa..abbiamo creato una poesia collettiva d’invito per gli alisei, ..secondo la tradizione dei tornei poetici. Alle 17 come ogni giorno si raccoglie il circolo Pickuik per la lettura dei racconti di mare, che oggi riguardava un brano di Edgard Allan poe..il racconto terrificante di una nave fantasma che finisce la sua folle corsa inghiottita dai ghiacci…

Penelope procede sicura nella notte scivolando sull’onda nera..

Sabato 27 novembre 9° giorno

Ore 1

La voce di Gianni mi arriva ovattata..apro gli occhi e capisco che sta cercando di svegliarmi. Lo ringrazio ed esco dal sacco a pelo. Stamane è durissima perché ieri ho saltato qualche ora di sonno,..e ora fatico a tenere gli occhi aperti. Per fortuna Paola prepara ogni sera dei thermos con caffè e the bollenti. Me ne servo una tazza, seguendo la procedura di ogni sera, che consiste nel posizionarsi dietro il lavabo della cucina appoggiandosi ai fornelli, per evitare le impennate improvvise di Penelope .

La notte si è schiarita rispetto a ieri sera, perché è spuntato l’ultimo frammento di luna prima dei giorni di buio totale. Abbiamo messo “Guido” al timone per cercare di recuperare sul rallentamento degli ultimi giorni,..e questo rende ancora più difficile mantenere la concentrazione. La fatica ci rende silenziosi e parliamo poco stanotte..

Sto bene in questa immensità..con i pensieri ancora in stamby…le emozioni soffuse in questa cellula accogliente..

..il vento continua a soffiare costante, e Penelope procede tra i 6 e gli 8 nodi sulle acque morbide..

Stanotte alle 4 Alessandro ha segnato il passaggio delle prime 1000 miglia. In mattinata registriamo 17° di latitudine. L’arrivo del vento ha riportato un’atmosdfera leggera su penelope. Aldo ha perfino fatto un sogno e viene nel pensatoio a raccontarmelo…poi gli altri lo prendono in giro perché ne esce folgorato…e così da quel momento Aldo diviene ..”il nuovo Aldo”!

Peschiamo 2 dorado che liberiamo subito in mare, perché troppo piccoli,..così in mancanza di meglio,..isi pranza in pozzetto con aglio ,olio e peperoncino e un buon bicchiere di vino bianco fresco..

Stamattina c’è stato il rito della doccia che ci ha dato un benessere incredibile!..Le secchiate d’acqua fresca liberano il corpo dall’umidità e dalle contratture accumulate nei giorni scorsi.

All’orizzonte di prua, avanza una nave…mentre assesto il timone, sento la bellezza di portare Penelope nel vento,..sulle creste bianche di questo oceano blu. Tra le onde corte si rincorrono i pesci volanti e tutto si riempie di vita.

Dobbiamo restare in filo di bolina stretta a 270°, per prendere questo vento da S-SW che ci ha tolto dalle acque calme dei giorni scorsi. Eugenio dice che stanotte probabilmente prenderemo parecchia onda..e al limite ci metteremo al lasco con mure a dritta e punteremo verso Capoverde!

Intanto mi godo questa magnifica veleggiata che mi ha respirato il cuore e l’anima portandomi all’improvviso un intenso profumo di mare..e di intense nostalgie..

Oggi francy mi ha risposto via mail, ma devo dirle di razionare la posta, perché altrimenti rischiamo di intasare le comunicazioni..

Ore 17,..la lenza ha dato uno strattone!!. Adriano recupera e tiriamo a bordo un altro dorado di circa 3 kg che cercheremo di fare marinato,…xchè siamo stufi di dorado impanato,e .dorado al forno!

Intanto Penelope procede nella sua corsa gioiosa con una media tra i 7 e gli 8 kn.

Ceniamo con una piadina ripiena e chiacchiere del dopocena nella notte scura. L’ultimo quarto di luna sorge più tardi nel pieno della notte,..ed ora l’oscurità ci regala il brillio del plancton che ci fa sentire immersi nello spazio cosmico..

Seduta sopravento, parlo con Alessandro che negli ultimi giorni è un po’ ritirato.

Sembra di stare in un planetario..su una barca spaziale che viaggia sospesa nella galassia..ora non si distingue più il mare dal cielo,..il plancton dalle stelle,..la schiuma delle onde ,..dalle nuvole…si percepisce solo il fluire costante..di una corsa nell’infinito.

Ore 1

Stamani il risveglio è meno greve. All’orizzonte si scorge un lieve chiarore. E’ l’ultimo quarto di luna che traspare. Seduta sottovento canto la mia nostalgia all’oceano.

Domenica 28 novembre   10° giorno

Riprendo la mia postazione sottovento. Mentre Penelope corre di bolina, scruto le colline blu che si formano da ovest..e crescono all’orizzonte creando ampie valli nel loro discendere morbido. Stasera è attesa la perturbazione, ed è la prima notte di luna nera. Non penso a nulla e aspetto. Stamattina mi sono presa più spazio per il bagno e la pulizia personale. ..piacevoli rituali che scandiscono il trascorrere del quotidiano. Viaggiamo per 270° di bolina strettissima a 6.5 kn con randa e fiocco a stecca.

Alle 11.30 facciamo il punto nave come ogni giorno dalla partenza. Siamo scesi ancora e quindi abbiamo perso quasi due giorni sulla tabella di marcia. Alle 13.30 ci colleghiamo in radio. Omero è a 250 miglia davanti a noi, ma ha trovato piatta di vento e scarseggia di gasolio. Eugenio scherza con lui sul fatto di avere più donne a bordo..intanto arrivano notizie fresche da Gran Canaria. La depressione ha creato una perturbazione che si è abbattuta su Las Palmas con 40 kn di vento e forte moto ondoso…e presto dovremmo risentirne gli effetti..che si annunciano puntuali verso le 14, con un aumento repentino del vento e delle onde che divengono simili a colline roteanti. Alle 14.30 prendo il timone e risalgo orzando le colline ruggenti per poi discenderle poggiando lievemente. E’ una danza, dentro il ritmo di quella particolare musica,..penso a yoghi, il mio piccolo comet, alla percezione delle vibrazioni sulla barra,..alle onde del Quarnero, e al mio terrore nelle prime traversate con Gabri, il mio amico capitano..alla gioia e all’amore che mi ha trasmesso per il mare,..alla sua morte di qualche mese fa,..a questo viaggio che faccio anche per lui. L’oceano ti dà la dimensione del tuo nulla,..ma in questo nulla ti costringe ad “Essere”,..e la consapevolezza che non c’è via di fuga ti fa risparmiare energia. “Tutti nella stessa barca”.., questo gruppo di persone che giorno dopo giorno, come i marinai dei mitici clipper,..condivide silenziosamente i livelli più profondi del proprio essere…

Eugenio dice che questa traversata per l’anomalia dei venti, è simile a quella del ritorno. Navigazione di bolina intercalata da piatte di vento,..ma sulla via del ritorno si và verso il freddo e la temperatura tende ad essere più bassa cosicchè il navigare è meno piacevole.Ora siamo tutti silenziosi.Se il vento gira ancora più a ovest l’avremmo completamente contro e saremmo costretti a virare…andatura al lasco e mura a dritta..e questo significa perdere il vantaggio acquisito e tornare verso Capoverde..

Nell’attesa ci misuriamo in un breve torneo poetico, per produrre una ballata degli alisei da declamare durante l’appuntamento in radio…ma l’ispirazione non decolla e ci fermiamo alla prima strofa..

..aliseo aliseo,.

.ma che belo che te seo …

Te stemo spetando per rivar in porto

…le canta insieme le donne de bordo….

Vado a riposarmi un po’ in previsione della notte impegnativa che ci aspetta.

Un pesce volante atterra sul collo di Adriano,..spargendo intorno un forte olezzo di sardella. Lo prendiamo al volo e lo restituiamo al mare.

Gianni mi risveglia all’1. Dal suo tono di voce comprendo che ha dovuto fare qualche tentativo prima di raggiungere un risultato soddisfacente. La temperatura in cabina ha raggiunto valori limite e l’umidità rende l’aria irrespirabile. Gli oblò oscurati dal canotto posizionato a prua, non possono essere aperti e l’areazione è piuttosto scarsa, così caldo e umidità si concentrano richiedendoci un atteggiamento molto zen . Eugenio ha proibito i lavaggi con acqua salata,..le secchiate rinfrescanti che aiutano a sopportare la calura giornaliera,..perchè porterebbero ulteriore umidità nelle cuccette..già sature. In cabina il frastuono è assordante .La prua sbatte con violenza sulle onde …Penelope si contrae da una parte al’altra, mentre i corpi affaticati, cercano nel sonno un adattamento possibile..Poi esco nella notte ..é buio profondo e intorno a Penelope si intuiscono le onde burrascose.

Eugenio mi passa il timone e mi ritrovo a cavalcare le onde come non avrei creduto possibile…senza vederle,..solo intuendole.. anticipandole,..con l’occhio attento al segnavento per stringere la bolina all’orza e poggiare lievemente nelle loro anse,..fino a che non giunge quella di troppo, che rompe il ritmo facendo sbattere la prua con un tonfo che si propaga da sottocoperta fino alle sartie..

Penelope corre nel vento come la nave fantasma del racconto di Allan Poe..e io seguo i suoi movimenti eperti estasiata di essere qui…finchè da una nuvola nera esce l’ultimo quarto di luna, prima che uno scroscio improvviso di pioggia, benedica la notte.

Lunedì 29 novembre 11° giorno

Alle 5.30, dopo il turno di guardia, mi sono schiantata in cuccetta, nonostante i rumori, gli scossoni, ..i sinistri cigolii di assestamento, che ti fanno sentire tutta la fatica di Penelope….Eppure al risveglio mi sentivo riposata. L’oceano ha smesso di ansimare, ..e sta riprendendo il suo respiro regolare. Cristiana mi racconta che all’alba, ha visto un branco di doradi, che si muovevano in coppie sotto il pelo dell’acqua rincorrendo una preda. Ognuno durante il suo turno di guardia, ..coglie qualche frammento del profondo mistero di questo oceano pieno di vita…i pesci volanti,..i segreti delle fasi lunari,..dell’oscurità,..dell’immensità stellare,..o quelle delle albe, e dei tramonti..dei cieli multicolori o delle nuvole caleidoscopiche…

Ore 11.25

Con Aldo facciamo il punto nave come ogni giorno alla stessa ora, ..e scopriamo con piacere che stanotte nonostante l’effetto centrifuga e il vento contrario, che ci ha costretto due volte a virare e cambiare bordo, siamo riusciti a fare 100 miglia di buona rotta e quindi circa 160 di navigazione.

Eugenio è molto soddisfatto. Dopo le piatte che ci hanno costretto a utilizzare per alcuni tratti il motore, stiamo guadagnando terreno navigando sempre a vela.

Dopo la notte impegnativa appena trascorsa, ..ora nella calma mattutina, ognuno trova il suo spazio di tranquillità, meditando in silenzio con lo sguardo perso nell’infinito, aggiornando il diario di bordo leggendo o riposando.

Dell’aliseo ancora non c’è traccia. Più tardi sentiremo da Omero che mantiene un vantaggio di oltre 250 miglia, se ci sono novità rilevanti. Attualmente dovrebbe essere sceso a 14° di latitudine e 40° di longitudine.

Con l’avanzare del giorno, l’atmosfera si riempie di turchese punteggiato di spume bianche..e il cielo e il mare fanno a gara per esaltarne l’intensità. Enormi colline d’acqua sollevano Penelope dolcemente, per farla poi scivolare in ampie valli. Prendo il timone con un bel vento di bolina. Prua a 245°..e dopo un po’ la ruota di Penelope diventa la barra della mia yoghi e io la seguo sentendo la sua pressione al vento.

Istanti di gioia pura, negli occhi,..nel cuore..nelle membra ,..nei miei polmoni risanati.

..lieve e ferma nel vento,..così vorrei essere sempre,..fiduciosa nel seguire l’onda,..presente e serena..

Lentamente scende il crepuscolo. Dalla tuga osservo il sole calare sull’orizzonte..il tempo di entrare in cuccetta a sistemare il mio armadietto e già mi sono persa la sua agonia arancione…e il suo arrendersi rosa!..

Fotografo quel che rimane sul far della sera.

Ceniamo fuori nell’aria tiepida . Paola ha preparato una buona pasta con le zucchine, che onoriamo con un sorso di vino bianco canarios dal gusto fruttato…

Intorno a noi la calotta celeste si fa stellarium…e Penelope , navicella spaziale che percorre la galassia con le vele al vento. Lo sguardo cerca il cielo invernale delle proprie latitudini, ..le Pleiadi, ..e più giù, la costellazione del Toro, ..la cintura di Orione con L’azzurra Righel e la rossa Betelcrause..il Canis Maior con la lucente Sirio..ma in qualunque direzione si muova lo sguardo, ovunque brillano stelle in un planetario sconosciuto, ..a nord, ..sud,..est..ovest..tante stelle che confondono lo sguardo..la gioia di riconoscere e il desiderio di catalogare mi abbandonano..e dall’impotenza del comprendere, scaturisce la pace rassicurante del contemplare…

Martedì 30 novembre 12° giorno

Ore 1

Il risveglio è difficile e il turno di guardia quasi una tortura, xchè fatico a tenere gli occhi aperti. L’assenza di vento, la navigazione lenta scandita dal rumore sordo della randa che ritmicamente sbatte di qua e di là,..la foschia che avvolge Penelope in un’atmosfera da nave fantasma,..mi tengono in un fastidioso dormiveglia che mi porta a guardare l’orologio con bramosia,..in attesa del momento in cui posso tornare in cuccetta. Alessandro ha aperto il programma Stellarium, che gli avevo chiesto di visionare, ..ma gli occhi mi si incrociano, costringendomi a restare nella mia dimensione sognante.

Alle 3 del mattino sull’orizzonte compare un rettangolino luminoso. Per un attimo pensiamo a una nave da crociera..e poi riconosciamo l’ultimo quarto di luna che fa la sua breve comparsa prima di svanire nel buio.

Il respiro dell’oceano si fa più soffuso…a cullare il riposo dei pesci volanti.

Mi risveglio con il profumo delizioso del pane fragrante…che la mia mente ingorda di sonno cattura per i suoi paesaggi ancora pregni di sogni. Sto camminando lungo un sentiero di montagna… Un finanziere con la divisa verde da guardia forestale, ci indica un punto sotto la strada da cui si diparte un sentiero. La persona che è con me, forse Ale, fa una battuta per far capire che anche lui ha conoscenze nella finanza e accenna a un P1, che ora penso possa riferirsi a Penelope 1,o forse a Paola,..perchè al risveglio mi giunge il pensiero che vorrei diventare un po’ più simile a Paola, così efficiente in quel suo agire misurato, pragmatico, e insieme divertente e partecipativo..

Sorrido pensando che le aspettative sono sempre altro dalla realtà. Io che fantastico di viaggi della mente,..esperta di sogni e esplorazioni interiori, mi riscopro ad anelare a una quotidianità più attenta e condivisa .

Il profumo di pane proviene da una gustosa focaccia con l’uvetta , orgoglio di Eugenio,che soddisfa tutti i palati. Da sempre una buona colazione mi rimette in sesto rapidamente.

Fuori è molto caldo e cerchiamo un po’ d’ombra sulla tuga , sopra al famoso sacco verde dello Spi!

Oggi Oceano, ci mostra ancora un altro volto. La sua superficie è liscia e tranquilla e il suo respiro ampio, crea distese di valli immense in continuo movimento. Cerco inutilmente di cogliere questo infinito respiro con gli scatti della macchina fotografica,..ma l’immagine che rimane è un improbabile piatto orizzonte. Le ondine sono dispettose e fluenti,..e non amano essere immortalate!

A fianco di Penelope, a pelo d’acqua, 2 coppie di grandi pesci pappagallo, vanno a caccia di pesci volanti..che sentendo il pericolo sfrecciano a pelo d’acqua aprendo le loro branchie alate.

Pare di assistere a una normale giornata di lavoro, in un borgo pieno di vita..ognuno immerso nelle sue faccende, ….dentro e fuori dall’acqua una tranquilla operosità.

Anche su Penelope la vita ha ripreso un nuovo respiro. In pozzetto gli uomini stanno costruendo la zattera/barchetta da mettere in mare con il corredo di un pensiero e un indirizzo a cui inviare una cartolina, nonchè 10 euro per il ritrovamento e le eventuali spese postali. E’ un rito che Penelope fa ad ogni traversata a metà del percorso…

Mettiamo i sacchi a pelo a prendere aria, mentre Paola fa il cambio delle lenzuola. Oggi abbiamo finito il secondo serbatoio d’acqua. 500 litri in 10, in 11 giorni. Non è male, ma dovremmo ridurre ancora i consumi.

Mentre mi sistemo sul sacco dello Spi, sento un forte odore di pesce volante…lo cerco tutto intorno, e lo trovo infine proprio sotto il sacco dove probabilmente è arrivato nottetempo,..l’odore è potentissimo e subito viene lanciato in mare, mentre qualcuno ripulisce Penelope..

Alle nostre spalle intanto avanza il cosiddetto “merdon”..un ammasso di nuvoloni neri che portano vento e scrosci di pioggia. Sono di guardia con Alessandro e Patrizia. Riduciamo le vele e ci godiamo il vento e una dose di acqua free che ci darà un bonus lavaggio. Con una tanica da 5 litri tagliata alla sommità, raccogliamo l’acqua che si incanala dalle pieghe formate dalla randa ridotta. Recuperiamo circa 20 litri d’acqua che destiniamo alla cucina e usiamo il resto per toglierci un po’ di odore stantio. Quando il merdòn passa, laviamo il ponte e stendiamo le cerate. Dopo il groppo, non resta un granchè di vento, così accendiamo un po’ di motore, per creare movimento e caricare le batterie. Oggi abbiamo fatto solo 100 miglia, e di questo passo ci servirebbero altri 15 giorni per arrivare a destinazione…Eugenio sostiene che tutta la stagione è cambiata. Non si scorgono nemmeno uccelli migratori, segno che probabilmente non sono ancora partiti. A Martinica piove, come ci dice il nostro inviato ai Caraibi , Vincenzo,..quindi anche la stagione delle piogge è protratta.

Nel ponte radio delle 13.30 Omero dice che nella sua posizione a 40°di longitudine, ci sono circa 4kn da NE..ma noi siamo ancora lontani. Siamo a 14° di latitudine e 35 di longitudine. Ogni grado sono 60 miglia, quindi Omero è a circa 300 miglia davanti a noi…, a circa 2 giorni di buon vento!

Lo squalo

Qui invece il vento scarseggia, e Penelope rolla da un’onda all’altra,..onde lunghe, ..pigre,..scure.

L’equipaggio chiede a Eugenio di poter fare il bagno. Siamo circa a metà percorso e sappiamo che nelle altre traversate Gianni ha fatto il rito del bagno oceanico!..

Eugenio è titubante,..e un po’ si irrigidisce. Ci ricorda che siamo in oceano e non in crociera,..e poi che è meglio aspettare che cali l’onda,..perchè diventa troppo complicato risalire in barca..e poi siamo già in ritardo e non possiamo metterci alla cappa, perché perderemmo troppo tempo…l’equipaggio rumoreggia e perfino Enrico, sempre perfettamente equilibrato, non nasconde la sua delusione. Essendo un provetto nuotatore, sognava l’immersione nel grande blu e ora cela a malapena il suo disappunto.

Ed è proprio a questo punto che esce Paola dicendo di aver sentito un rumore sordo provenire da sotto la barca…in questi giorni di rumori sordi se ne sentono parecchi, perché l’onda e il poco vento, fanno sbattere le vele di qua e di là…Poi il rumore si ripete e Eugenio và a poppa per verificare l’elica e subito lancia un urlo….attenti!!..uno squalo!..e il mostro in effetti è la sotto, a pelo d’acqua che segue la nostra scia,..bianco e quasi fosforescente, e poi ne sopraggiunge un altro dal dorso più grigio. Sono enormi, 4-5 metri di lunghezza, inquietanti. Per più di un’ora, lo squalo ci segue, puntando sulla nostra elica da cui esce il flusso di bollicine che lo attira nell’illusione di poter raggiungere del cibo appetitoso. Dalla sommità del suo dorso, si liberano bolle di sangue che inizialmente scambiamo per grandi meduse rosse. Nel nostro immaginario provato dall’assenza di vento e dallo scarseggiare di acqua e gasolio, ..scorrono le immagini inquietanti del film “lo squalo”..e in breve sfuma il desiderio del tuffo oceanico . Eugenio è molto colpito e per un po’ non riesce a farsene una ragione. Non aveva mai sentito di squali bianchi in oceano, ed è quasi titubante all’idea di parlarne in radio,..ma tutto l’equipaggio ha partecipato all’evento e qualcuno pur nel trambusto della situazione, è riuscito a riprendere con foto e video l’ombra minacciosa sulla scia di Penelope..

Dopo un lungo inseguimento punteggiato da sparizioni rapide e repentine ricomparse, lo squalo torna nei suoi abissi. In quel punto la cartina che utilizziamo per fare il punto nave, riporta 5.000 mt di profondità.

Ora in lontananza compare la vela rossa di uno Spi, e poi dopo qualche ora un’altra,..e subito il paesaggio cambia..diviene famigliare, circoscritto,..tanto che l’ombra delle nuvole sull’orizzonte, pare un segno di terra, ..isola o porto sicuro..

A intermittenza usiamo il motore, ma lo facciamo con parsimonia, poiché dobbiamo cominciare a razionarlo, nell’ipotesi che questa bonaccia duri a lungo..Per metà della notte lo teniamo a bassi giri, circa 1200,..e poi riusciamo a proseguire a vela mantenendo 4 kn di velocità.

La notte è totalmente buia. Solo raramente nei buchi tra le nuvole fa la sua apparizione una stella, a ridarci la dimensione del cosmo..

Una nebbia leggera avvolge l’orizzonte..a intermittenza i groppi che si susseguono nella notte, liberano fuggevole vento e aliti di pioggia..

Mercoledì 1 dicembre 2010,

13° giorno.

Mi risveglio con il profumo del caffè e il piacevole vociare dei miei compagni di viaggio. Si fanno calcoli per il razionamento dell’acqua nel caso in cui dovesse continuare questa piatta di vento. Dopo colazione contiamo le scorte e valutiamo di avere ancora circa 200 litri di acqua ,..praticamente 1 litro a testa per i prossimi 15 giorni oltre a una piccola riserva per la cucina.

Rapidamente il mio pensiero và agli impegni cui non potrò far fronte..ma non essendoci alternative prendo atto e evito l’ansia. Sposterò di un mese i miei corsi, o forse rinuncerò alla permanenza caraibica,…..si vedrà,..con la media di 3 kn, dobbiamo preventivare ancora circa 18 giorni di navigazioneCi mancano 1400 miglia. Il mare non è troppo mosso,.. così Eugenio ne approfitta per disossare quel che rimane del prosciutto iberico imbarcato a tenerife chiamato “belota”, simile al più conosciuto e costoso Patanegra .

L’odore intenso del prosciutto, risveglia Eolo, un dio assai goloso,..che ora inizia a soffiare lievemente. Subito tangoni amo il fiocco e ci mettiamo a farfalla…e ben presto Penelope prende l’abbrivio e si stabilizza tra i 5 e i 6 kn..per raggiungere ben presto i 7 kn e oltre.

Dopo il ponte radio in cui viene confermata la perturbazione da NO, prevista per il 3 dicembre, completiamo la costruzione della zattera da varare in oceano a mille miglia dall’arrivo. In questa occasione Aldo si è distinto particolarmente per la sua spiccata manualità e per l’entusiasmo inventivo, ma poi ognuno ha dato il suo contributo di idee o di materiali. Abbiamo utilizzato una cassettina di plastica che serviva da contenitore per la frutta, alcune bottiglie di plastica, e dei piombi da pesca. L’albero è in legno, e le sartie in filo di nylon da togna. La vela è fatta con carta adesiva utilizzata per la riparazione rapida delle vele,..l’albero è basculante, per attutire i colpi.

Il mare sta montando di pari passo con l’intensificarsi del vento..e penelope sfreccia felice oltre gli 8 kn e 30..

Stanotte Enrico durante il turno di guardia, ha gettato in mare dei foglietti che alcuni amici gli avevano affidato..ove forse stavano scritte le cose che ognuno di loro voleva lasciare andare..o acquisire..

Mentre corriamo nel vento anch’io penso alle cose che vorrei lasciare e a ciò che intendo ricercare..vorrei lasciare il caos che a volte mi travolge, per un consumo più sapiente delle cose belle che la vita mi sta donando..

14°49’N-37°05

Ore 15.45, variamo Penelopina “2, ..che scivola agile e rapida di poppa in mezzo ai flutti color indaco,..eretta , coraggiosa e sola. Al suo interno, dentro un barattolino fissato allo scafo,abbiamo messo 10 euro e l’indirizzo di Adriano nel caso in cui qualcuno la trovasse e avesse la gentilezza di farcelo sapere.

Più tardi Alessandro prepara l’esca per tentare la pesca del famoso tonnetto da fare in carpaccio..

Un uccello marino, oscilla sopra il filo,..attratto dal luccichio della stagnola che fascia il calamaretto di gomma ,..ma il timore di attrarre nuovamente lo squalo ci fa cambiare idea e riporre tutto in attesa di tempi più sicuri.

Ceniamo con un toast in pozzetto, in previsione dello sceakeraggio notturno . Il vento intensifica…accendiamo le luci del windex e della bussola, mentre tutto il resto rimane al buio. Adriano prende il timone e Penelope romba come una locomotiva lanciata nella notte….

 Giovedì 2 dicembre,

14° giorno

Mmmmmmhhh… da dove comincio?

E’ stata una lunga notte. Ieri sera la navigazione era già impegnativa. Buio pesto..mi sono ritirata mentre Adriano prendeva il timone e governava sicuro la velocità e le onde..poi dopo un breve riposo la notte trascorre in una giostra inarrestabile!! Penelope si impenna,..si infila nell’onda..rolla incessantemente . Tonfi e piroette si susseguono. Fuori lo scroscio incessante dell’acqua,..i comandi secchi di Eugenio,..le rotazioni di Penelope..Mi alzo alle 0.30, in anticipo di mezz’ora sul mio turno, perché la cuccetta è diventata una sauna. Mi sono addormentata con la tuta tecnica, per essere pronta in caso di bisogno, ..e ora boccheggio..

Quando esco in pozzetto scopro che ci siamo messi alla cappa..manovra che tante volte mi ero chiesta se funzionava davvero in caso di necessità..e ora vedo che funziona eccome!!..E’ una cappa filante, perché Eugenio in parte orza per tenere la vela contrastata e in parte poggia per aiutare il movimento.

Patrizia e Adriano hanno raccolto 25 litri d’acqua piovana caduta dalle pieghe della randa ridotta! Siamo dentro un groppo da cui non riusciamo a uscire,..perchè da qualunque parte si cerca di scappare,.. ci segue.

Chiedo a Eugenio di poter buttare a mare il piede di porco , residuo del prosciutto iberico, che ora oscilla funestamente sotto il tendalino.! Mi sono svegliata con questo preciso pensiero, e quando ho visto tramite il radar, la rappresentazione grafica del groppo..tutto rosso di pioggia e circondato dai filamenti verdi,..del moto ondoso, ne ero ancora più convinta!

All’inizio Eugenio mi ha risposto ..”il corno che mi ha regalato la zia Wolly deve arrivare in Martinica e finire in padella…,”ma siccome in barca le superstizioni sono ammesse, alla fine si è convinto a sacrificare l’inquietante cornetto per calmare la furia di Nettuno!!

Mentre la pioggia continua a scrosciare nella notte buia, mi sembra di essere in un film di capitani coraggiosi. Tutto intorno il mare ribolle e nonostante lo sforzo di dilatare gli occhi nell’oscurità.. non si riesce a scorgere la linea d’orizzonte tra cielo e mare..ovunque una spessa parete di pioggia riduce ulteriormente la profondità in cui lo sguardo può entrare..colorando di grigio scuro la buia notte oceanica. Dopo ore di battaglia, alla fine usciamo dal merdon,..e la situazione si normalizza un po’. Paola ci porta del thè caldo e facciamo il cambio della guardia. Siamo tutti silenziosi per la stanchezza. I piedi fanno ciop ciop e così inauguro gli stivali di goretex che erano rimasti dormienti in gavone con dentro dei magnifici morbidi calzini..che mi fanno sentire subito meglio.Scruto l’orizzonte alla ricerca di quel barlume di luce intravvisto per un attimo, ..ma ora l’oscurità è totale, e.di nuovo siamo circondati da muri grigi di pioggia scaricata da un altro merdon sopraggiunto senza preavviso! Il vento continua a girare e dobbiamo regolare le vele in continuazione. Eugenio tra una pausa e l’altra si stende a terra ai piedi della scaletta, ripiegato e sfinito come una cerata dismessa su cui si rischia d’inciampare..Poi di nuovo il cambio alle 5.30. Segno come ogni notte i dati della navigazione: venti, velocità,coordinate geografiche e mi accascio in cuccetta.

Ora siamo tutti in pozzetto..ovunque le cerate messe ad asciugare lasciano un odore di umido e stantio nell’aria..nonostante il vento sostenuto che soffia da Sud permettendoci una velocità di 7/8 kn..

Tra le onde incrociate, ..spruzzi di spuma bianca..e di pesci volanti.

Tra le cerate stese ognuno ritaglia uno spazio di lettura, di scrittura, di sole o di meditazione e di riposo.

In alcuni sguardi si coglie la fatica latente accumulata negli ultimi giorni. Le battute sono più rare,..e i silenzi più frequenti.

Ieri abbiamo fatto 130 miglia di buona rotta. Non è molto, ma tenendo conto di tutte le deviazioni a cui siamo stati costretti, è un buon risultato. Se il vento ci sostiene e non intervengono altri fattori di rallentamento, potremo farcela in altri 12 giorni!..

Cristiana è andata a prendere il sole sulla tuga sopra il famoso sacco verde dello Spi! Quando la raggiungo,..mi dice che finalmente per la prima volta sente un piacevole, profondo, assoluto senso di libertà!..una libertà totale,..senza nostalgia di nulla..anche se ..-aggiunge-, “può sembrare brutto a dirsi!”.

Anch’io provo questa emozione, mescolata forse alla consapevolezza dell’effimero senso della vita…quella insostenibile leggerezza dell’essere di cui parlava un fortunato libro di Milan kundera..che lessi parecchi anni fa,e che riecheggia ora più che mai nella tormentata fuga da se stessi che il nostro viaggio porta con sé..

Mi rendo conto che nemmeno questo viaggiare basterebbe a placarmi..questo è il coronamento di un percorso,..del sogno dell’ andar per mare ,..dello stare nel vento e tra le acque,..nella natura e nelle emozioni della vita..eppure qualcosa ancora mi sfugge e quando dico questo il mio pensiero và all’unica esperienza di reale assoluto, di reale beatitudine,..che è l’attimo dell’amore ricambiato,..dove la dedizione sgorga naturale da una sorgente illimitata e i sensi gioiscono come il suono dei violini..il corpo freme come i tamburi e i bassi,..mentre il cuore canta le parole di Battiato.. “..tutto l’universo obbedisce all’amore”..

Così vanno i miei pensieri mentre scruto l’orizzonte di questo oceano blu. Dopo la notte di tregenda, abbiamo ricevuto in dono una giornata magnifica, dove tutto è giusto…il vento,..il colore del cielo..la forma delle nuvole..la schiuma sulle onde,..il canto dei pesci volanti..il calore del sole,..la brezza che rinfresca l’anima..

All’appuntamento con il ponte radio, abbiamo saputo che Agar si è ritirata dalla Arc. Dicono che il rallentamento dovuto alle condizioni meteo, ha creato un problema di rientro dell’equipaggio, che quindi ha deciso di rinunciare,….mah…ci sembra strano che un’imbarcazione di 20 mt, faccia 5000 miglia, che è il percorso richiesto per i vari trasferimenti, ..oltre alle spese ingenti, per poi ritirarsi per non aver previsto un possibile ritardo dovuto alle condizioni meteo in un luogo imprevedibile come l’oceano…

Il fatto è che l’assenza degli alisei ha disorientato più di qualcuno.

La strategia di Eugenio, misto di intuizione, esperienza, calcolo e fortuna , alla fine si è rivelata di buon senso. Abbiamo un ritardo di due giorni dovuto all’allungamento della rotta per portarci più a sud, cercando di stare al limite della perturbazione di bassa pressione in arrivo da ovest, e questo ci ha permesso di sfruttare questo buon vento da SW..e speriamo tra qualche giorno,..di incontrare gli attesi alisei..

Finora nonostante i momenti di navigazione piuttosto impegnativa, ..nessuno è stato troppo male e questo sicuramente grazie all’organizzazione dei pasti gestita da Paola e a un un buon equilibrio tra solido e liquido,..frugale e abbondante.., sfizioso e sobrio,..un po’ come lei.

Giorno dopo giorno, abbiamo spostato il pranzo alle 16.30, ..cercando di adattarci al passaggio dei fusi orari. Attualmente per avere l’ora reale, dobbiamo togliere 2 h e 40 minuti dai nostri orologi. Tuttavia per non creare confusione nei turni di guardia, procediamo con l’ora con cui siamo partiti. In altre parole facciamo il turno di guardia con l’ora italiana e consumiamo i pasti con l’ora locale che modifichiamo man mano che ci spostiamo sui meridiani, procedendo verso la meta..

A pranzo Paola ha preparato delle splendide orecchiette alla matriciana…mentre il pomeriggio ci regala abissi blu..e immensità di nubi mutanti..Poi arriva l’ora della pesca al traino.

Alessandro decide di mettere della stagnola sul polipetto rosa di gomma e ..dopo pochi minuti si sente lo strattone del filo..e qualcosa ha abboccato..In lontananza un movimento convulso a pelo d’acqua..freme..fa un guizzo ed esce dall’acqua,..ma ormai è preso!…Speriamo che sia un tonnetto perché da qualche giorno vorremmo farci un carpaccio di pesce crudo,..ma quando lo tiriamo in pozzetto ci accorgiamo che è uno whaù,..un bell’esemplare di ¾ kg..a strisce blu elettrico,.. e con una grande bocca. Eugenio con l’arpione entra nelle branchie e subito si versa del rhum di poco valore, ma sicuro effetto.

Quando si aprono le viscere, dentro la pancia troviamo un pesce volante ancora intero, che gettiamo in mare con tutti gli avanzi..e il ciclo ricomincia..

La sera lo mangiamo cucinato al forno con le patate sul far della sera..

Vado a coricarmi presto per evitare di essere troppo affaticata nell’ora del risveglio notturno.

Dormire è una necessità fondamentale anche se naturalmente si perdono alcuni momenti belli della giornata….le albe e i tramonti,..insieme alle chiacchiere del dopo pranzo e del dopo cena..

All’1 di notte Gianni mi chiama puntuale come sempre e mi consiglia di mettere la cerata per via di alcuni groppi in arrivo..

Ieri sera prima di cena, mentre timonava Cristiana, si sono uniti due groppi neri, e mentre ci passavamo sotto, ..per via del movimento delle cariche elettrostatiche, ..ci ha scaricato la dose serale di acqua che puntualmente abbiamo raccolto per rabboccare il serbatoio che comincia di nuovo a scarseggiare. Da 2 giorni abbiamo razionato l’acqua per i lavaggi, e ognuno ha a disposizione una bottiglia da 1 litro e ½, che deve durare 2 giorni…

Venerdì 3 dicembre

15° giorno

E’ stata una notte magnifica…la calotta celeste è sempre più ampia e l’universo stellare riempie ogni spazio dove si posa lo sguardo…E’ l’ora in cui Penelope pare trasformarsi in una navicella spaziale immersa nella buia galassia punteggiata di stelle..le porzioni di cielo delle nostre latitudini sembrano figurine al confronto del grande schermo che possiamo ammirare da quaggiù..

Le mie mani sul timone si muovono impercettibilmente,..sospinte dalle vibrazioni di Penelope,..forti e chiare,..mentre lo sguardo si posa in alternanza dalla sfera luminosa della bussola, al windex posto in testa d’albero.

Navighiamo di bolina per 270° a circa 7/8 kn di velocità.

Questa sera il cambio del turno di guardia, mi coglie impreparata, … ancora desiderosa di stelle,..di cielo,..di infinito,..di silenzio, ..i pensieri ancora in stamby…le sintesi, i propositi,..le riflessioni,..tutto è rimandato.

Da alcuni giorni ho iniziato a scrivere alcuni appunti per il libro sul sogno che mi sono ripromessa di impostare in questo viaggio. Al’inizio era tutto abbastanza fumoso,..ma giorno dopo giorno esce qualche nuova idea..inizia a prendere forma la struttura del testo con i capitoli fondamentali.

Non ho fretta e sento che questa è la via..

Oggi mi sono concessa vacanza completa!..su penelope gira aria da crociera caraibica..mi stendo sulla tuga in costume a prendere il sole. Paola dopo un po’ci raggiunge portando un magnifico caffè shekerato..fresco,..un lusso sfrenato..e poi ci concediamo pure una doccia.

A turno seduti in pozzetto con un sacco di lino semirigido fissato con una cima a poppa,..ci godiamo il rito del lavaggio. Shampo, ..capelli,..e tanta acqua rinfrescante direttamente dalle onde sulla nostra pelle arsa..per finire con una razione dosatissima di acqua dolce per il risciacquo, in modo da non portare il sale in barca, che trattiene l’umidità..

Pranziamo con una buona frittata, prosciutto iberico,..e insalata mista.

Poi riprendiamo la pesca al traino nella speranza di gustare un carpaccio di tonno. Invece peschiamo un dorado di 6/8 kg. Questa volta lo facciamo marinato,..così Eugenio dopo averlo pulito, lo sfiletta mentre Paola prepara la marinatura.

Nell’aria c’è un’eccitazione silenziosa per l’attesa degli aliesei che si percepiscono nell’aria intorno a noi..

Scrutiamo attenti le nuvolette che compaiono all’orizzonte per riconoscere le forme caratteristiche dei batuffoli che accompagnano il prezioso vento costante di NE..

Devo dormire almeno 1 oretta per avere un buon risveglio stanotte..ma è difficile lasciare questo dolce tramonto, con le sue atmosfere intriganti..

Stanotte con Alessandro ci siamo ripromessi di verificare la posizione della Croce del sud, per capire se è possibile vederla da questa latitudine. Abbiamo il computerino e il programma stellarium che ci può dare indicazioni preziose.

Oggi è il compleanno di Francy e Maddy, le mie gemelle. Stamattina ho mandato loro una breve mail di augurio dal computer di bordo, e spero che l’abbiano ricevuta. Stasera preparerò un pensiero per ognuna di loro e aspetterò 2 stelle cadenti per i loro sogni come dono di compleanno..

Sabato 4 dicembre 2010

16° giorno

Mi risveglio alle 10:15 sentendo Penelope sfrecciare sulle onde senza una sbavatura…Alzo lo sguardo dal cuscino e sullo sfondo scorgo Patrizia al timone::anche lei come me innamorata del navigare, e mai sazia di governare …un cavallo di razza come Penelope!: esco in pozzetto e mi immergo nelle infinite sfumature di blu di questa magnifica giornata. Abbiamo una grande onda lunga al traverso frammentata in tante onde brevi e spumeggianti,…paradiso dei pesci volanti che ogni tanto arrivano in barca, ..e si insinuano tra i sacchi delle vele, traditi solo nei loro nascondigli, dall’odore intenso che li accompagna..

I turni si susseguono.

Ora al timone c’è Gianni , che con mano ferma, fa scivolare Penelope tra i flutti. Gianni è incredibile. A gennaio compirà 80 anni, eppure nel vederlo al timone , così sereno e pieno di entusiasmo, potrebbe essere un ragazzo. In questi giorni ha iniziato a leggere “Cassandra” di Virginia Wolf, ..un libro che ha fatto epoca alla fine degli anni 70, che ha portato Enrico,..e mi propone di leggerne qualche pagina.

Così al tramonto, quando le condizioni meteo lo permettono, leggo il monologo incalzante di Cassandra, o le avventure epiche dei racconti del mare che ha portato Aldo. La voce si confonde nel frastuono delle onde..e chi vuole ascoltare deve tenersi vicino per seguire la trama…

Ieri sera c’è stato il primo, ..famoso tramonto oceanico..con colori iridescenti tra il fucsia e l’arancio…e la ciurma rapita da tanta bellezza, lo insegue con lo sguardo fino al suo sfumare in prossimità delle tenebre..poi Paola ci porta come aperitivo il dorado marinato pescato qualche ora prima che inaffiamo con un bicchiere di vino bianco fresco..ed è un tripudio di gusto e di piacere..

All’1 quando inizio il mio turno, mi si apre dinnanzi il cielo piu’ incredibile che abbia mai visto..Ciò che mi colpisce non è solo la moltitudine delle stelle,che avevo già potuto osservare nel loro splendore, navigando tra le isole della Dalmazia o dai rifugi sotto il ghiacciaio dell’Adamello…., ma il loro occupare ogni punto dello spazio fino alla linea dell’orizzonte. Tutto il basso orizzonte fino alla linea del mare è punteggiato di stelle che a volte sembrano luci di navi fantasma….e poi c’è la rotazione…

Le stelle sorgono e tramontano rapidamente in questo straordinario ingrananggio cosmico..e anche stanotte prendo il pianeta Giove come punto di riferimento per mantenere la rotta, …finchè anche lui si tuffa nell’orizzonte!…per via della differenza di orario, il turno dell’1 di notte, scivola all’indietro di 3 ore e quindi non riesco più a veder sorgere Saturno,..il pianeta rosso che mi ha accompagnato nelle prime notti,..nè la luna che ieri verso le 3 ci ha regalato il suo ultimo quarto come un piccolo sorriso di arrivederci, prima di entrare nel suo periodo di oscurità.

Ora siamo tutti in pozzetto per i riti quotidiani: leggere, scrivere, fare il punto nave.

Stamattina abbiamo superato il limite delle ultime 1000 miglia: Ne mancano 999 per Martinica. Siamo sul 15° parallelo, e proseguendo a questa latitudine per 280° bussola, con una media di 130 miglia al giorno, in una settimana dovremmo raggiungere il porto di Marin.

Iniziano le scommesse per il toto-arrivo.

Io punto su sabato 11 ore 17 ora nostra e 12 ora locale. Patrizia propone venerdì sera, 00 ora locale. Cristiana opta per domenica mattina alle 10 ora locale. Si propone che entro stasera si chiudano le scommesse e ogni partecipante versi 10 euro che andranno come premio a chi si avvicina di più al tempo dell’arrivo. …ma dopo un po’ ci accorgiamo di aver fatto un errore di rilevazione. In realtà mancano ancora 1118 miglia!

Sull’orizzonte, a poppa di Penelope,..dopo molti giorni di totale solitudine,..si stagliano i contorni di una vela,…così , fedeli al motto..”2 barche..una regata”..,ingaggiamo una divertente competizione che ci porta a migliorare le nostre prestazioni. All’imbrunire Paola risponde a una chiamata via radio proveniente dall’imbarcazione che batte bandiera Belga. Si presentano e ci chiedono dove siamo diretti e se stiamo partecipando alla ARC. Paola spiega che stiamo navigando verso Martinica, ma che non partecipiamo alla regata. Ci salutano complimentandosi con noi perché nonostante i loro sforzi non sono riusciti a superarci. A quel punto issano il janneker e sfilano a poppa poggiando verso sud. Le luci di via, ci accompagnano durante la notte spostandosi sempre più nettamente in direzione Sud. L’arrivo della Arc è a Santa Lucia che si trova un po’ più a Sud di Martinica, ..e quindi per la loro rotta, possono scendere ancora un po’…..

Alle 13 Alessandro mi cede il suo turno al timone. Oggi la navigazione è molto impegnativa e per alcune ore mi concentro totalmente sul timone, con Penelope lanciata nel vento…

Le onde arrivano al traverso come colline lanciate al galoppo e bisogna anticiparle per farsi portare sul crinale e scivolare lievemente nella depressione che le segue…a volte la successione è così rapida, che Penelope sembra planare per lunghi tratti…

..Così rapidamente il giorno fugge via..

La notte, le poche stelle e la fatica dei giorni,..rende difficile tenere gli occhi aperti. Lascio il pilota automatico e rimango a scrutare l’orizzonte..

Domenica 5 dicembre

17° giorno di navigazione

L’onda si frange sul fianco di Penelope tra riflessi d’argento e d’indaco..in quest’alba chiara.

Esco dalla cuccetta come dall’oblò di una lavatrice che ha appena terminato di centrifugare. Per fortuna lo stomaco tiene. In tutti questi giorni in cui i venti di bolina hanno miscelato i nostri visceri…., nessuno è stato troppo male, anche se ora le onde al traverso, costringono a nuove prove…

..eppure come ogni mattina, basta il profumo del caffè per ritrovare il piacere di ricominciare la giornata… Per tutta la durata della navigazione , i rituali scandiscono il senso del viaggio,.. momenti fondamentali,..piccole oasi lungo il fluire dello spazio- tempo..

C’è Saturno che sorge dal nulla con la sua scia rossastra… , strappando ogni volta un oohhhh …di meraviglia…e le albe sempre nuove che ti incantano con la loro luminosità speciale e misteriosa…e la colazione con le prime chiacchiere, ..dove nessuno rinuncia al piacere di ritrovarsi insieme per qualche momento prima di riprendere le guardie alternate al riposo. Ci sono le mattine pigre, ..spese a contemplare l’onda e l’orizzonte, in attesa dell’aliseo, con la sua promessa disattesa di un soffio costante che sospinge la barca sopra un’onda lunga e regolare..ci sono le manovre di bordo,..il cambio delle vele,..le regolazioni per ottimizzare la navigazione,..c’è il ponte radio, 2 volte al giorno con le altre barche in traversata o con chi si mette a disposizione dall’Italia o dalla Martinica.., c’è la pesca giornaliera e la sfilettatura del pesce,…

E poi c’è il rito della doccia a poppa, che ti crea l’illusione del tuffo oceanico, mentre sedendo ti rovesci secchi d’acqua a filo d’onda..e il momento del cibo che ci trova sempre incredibilmente affamati, con Paola che riesce a preparare ricette appetitose anche in condizioni meteo impegnative…..e poi ancora le foto, la scrittura del diariodi bordo,..la lettura pomeridiana….e l’aperitivo e i riti del tramonto, tra contemplazione e nostalgia …e poi la cena e le pigre chiacchiere del dopo cena se la navigazione lo consente,..e il canto che si leva dai cuori pregni di vecchie e nuove melodie…

E poi le notti sempre diverse,..e le confidenze filosofiche sotto le stelle mentre si fluttua nel planetario dell’universo che ti fa stare per ore con il naso all’insù…..e le onde lunghe e montanti, come una corsa di colline e di valli, dove galoppano frotte di pesci volanti,..e l’onda infranta che s’impenna disordinata sollevando Penelope…e facendola ricadere in mugolii inquietanti..

La noia?..

Non esiste la noia in questo trascorrere di paesaggio solitario e terrifico…intenso e desolato,..gioioso e frizzante…solo l’anima protesa in avanti, sulla meta ancora lontana,..in dubbio se sognare l’isola o rimpiangere la maestosità e il silenzio degli spazi liberi….,rompe il ritmo e getta lo sguardo per un istante nel vuoto dei flutti…nel vuoto dei silenzi,..tra il sibilo del vento e lo sciabordio delle onde,..oscillando disorientata e impotente nella vertigine della libertà,..che intuisce le altezze e gli abissi…

..e allora in questi istanti l’anima ricorda..e sogna ..e anela la pienezza dell’altrove che per un breve tempo ha riunito tutti gli istanti dei tuoi frammenti lasciandoti per sempre il dono della nostalgia.

Alle 11.30 facciamo il punto nave.

Mancano 900 miglia alla meta. Ieri ne abbiamo fatte 170. Se continua così, potremmo arrivare davvero entro sabato.Il vento sta girando a NE permettendoci un’andatura più portante. Per martedì si attende la formazione degli alisei,..divenuti ormai una leggenda..e intanto prendiamo quel che c’è..

Progressivamente la navigazione diventa piuttosto impegnativa. Grandi onde al traverso, incrociate con nuove formazioni ondose da poppa, costringono il timoniere a continue regolazioni, e ogni momento deve essere calibrato per evitare di essere sbattuti di qua e di là..In lontananza Adriano segnala una balenottera…seguiamo il suo sguardo e riusciamo a cogliere per un attimo il grande dorso che si inabissa e il caratteristico zampillo. Restiamo in attesa… con gli occhi fissi sul palcoscenico color indaco..che lo spettacolo riprenda,..ma il grande cetaceo ,..probabilmente un capodoglio,..come “Paganini,..non ripete”!

A prua in direzione SW ricompare la vela del Sun Odissey 54 che partecipa alla Arc. Sentiamo il suo richiamo via radio. Nuovamente richiedono a Paola il nostro numero di partecipazione alla regata. Nuovamente Paola ribadisce che siamo free lance e non stiamo regatando. Non possono farsi una ragione del fatto che non riescono a distanziarci,…così dopo aver tentato varie strategie, si mettono sottovento in prua sulla nostra rotta,..issano lo SPI e finalmente riescono a guadagnare terreno..

Le loro luci di via ci accompagnano tutta la notte..lasciandoci un gradevole senso di condivisione,..a ricordarci quanto gli altri,..tutti gli altri siano importanti per noi..

Lunedì 6 dicembre

18° giorno

L’onda al traverso continua per tutto il giorno, e la notte, il vento di NE rinforza, lanciando Penelope oltre i 9 kn. Nonostante le stelle fitte, la notte è profondamente buia. Sono intimorita nel prendere il timone in questa notte scura, per la difficoltà a trovare punti di riferimento oltre la bussola, quando le raffiche da NE richiamano le vele all’orza in un’accelerazione repentina e disorientante. Per chi dorme in cuccetta è una notte impegnativa e ci si ritrova coricati sulle paratie laterali, in posizioni innaturali ..e contorte.

Chi ha difficoltà ad accontentarsi di brevi tuffi nel sonno, ..comincia a risentire della stanchezza accumulata,..e quando si fatica a tenere gli occhi aperti,..anche le stelle perdono un po’ del loro fascino di attrazione, e lo sguardo si confonde nel caleidoscopio dei loro movimenti incessanti.

Poco prima dell’alba ogni notte vedo sorgere l’Orsa Maggiore, e la stella Polare, mentre a Sud compare una costellazione chiamata falsa Croce del Sud, perché la vera Croce del sud si vede probabilmente solo sull’equatore..

Stamattina Paola ha aperto una buonissima marmellata di frutta esotica, e così c’è una piacevole variazione nella colazione mattutina.

Alle 11.25, Aldo fa il punto nave e verifichiamo che mancano 680 miglia all’arrivo in Martinica.

Se continua questo vento, forse potremo arrivare entro venerdì..

La questione dell’arrivo è controversa e crea un’oscillazione tra attrazione e repulsione..

Voglia di terra …curiosità ..fantasie di cene e aperitivi caraibici..si mescolano con il residuo di qualche fastidioso pensiero , che come un batterio dormiente, si riattiva con l’avvicinarsi del ritorno al tempo reale,.. insinuandosi con prepotenza nella dimensione senza tempo delle nostre giornate..

Non voglio cadere nella trappola del “quasi arrivati”,..e con fatica ritrovo l’attimo dell’adesso..perchè oltre l’istante c’è già la perdita,..il ricordo..l’arrabattarsi per un nuovo progetto,..il darsi appuntamenti per un futuro che ci ricolleghi all’oggi…dove ci è così difficile permanere..

Tangoniamo il fiocco e procediamo con andatura a farfalla nonostante il rollio provocato dall’onda che preme al traverso, per cominciare a mettere la prua con più precisione sull’obbiettivo Martinica..

Con l’arrivo dell’aliseo, è cambiata la conformazione delle nuvole che ora sembrano batuffoli di cotone sparsi nel cielo. Il colore dell’oceano è di un blu intenso, tra l’oltremare e il pervinca, a tratti percorso da strisce più scure dovute al passaggio delle nubi…

Verso l’ora del tramonto, abbiamo avuto il permesso di farci la doccia , legati con la cintura di sicurezza, per evitare che le onde che ci rincorrono a poppa, ..infrangendosi sulla barca, ci trascinino via..

All’orizzonte è spuntata un’altra vela bianca, e dopo un po’ sentiamo un richiamo via radio. E’ un equipaggio di 4 persone, proveniente da Capoverde e diretto a Guadalupe. Sono gentili e desiderosi di scambiare saluti e informazioni, dopo giorni di isolamento.

Il popolo del mare mi affascina, e..in qualche modo sento di appartenervi..

Mi godo ancora un po’ di tramonto e poi andrò a coricarmi per recuperare un po’ di sonno.

Martedì 7 dicembre

19° giorno di navigazione

Mi sveglio con un rumore assordante e una posizione improbabile. Penelope rolla furiosamente di qua e di là, accompagnata dalle manovre che cigolano e sbatacchiano,..e dai contenitori semivuoti che vanno su e giù dietro le paratie..

Il vento è girato lievemente verso Est , e in pozzetto si regolano le vele, passando dall’andatura a farfalla, al lasco con la ritenuta sulla randa e il fiocco tangonato. Mancano 538 miglia alla Martinica e nostro malgrado, è iniziato il conto alla rovescia che libera qualche insofferenza prima celata. L’aliseo ha portato finalmente il vento di poppa, ma l’onda continua ad essere incostante e incrociata dal traverso alla poppa,.. lunga e frastagliata insieme, rendendo la navigazione un po’ faticosa.

Alle 11.25 facciamo il punto nave e ufficializziamo il TOTOARRIVO!

Io confermo sabato ore 12. Decidiamo che l’arrivo và calcolato sull’ora locale, nel momento in cui buttiamo l’ancora per fare il bagno nella baia di Sant’Anna. Queste previsioni mi rubano attimi di infinito e spostano il baricentro verso la periferia..Voglio tornare nell’eterno presente incastonato tra acqua e cielo, che mi ha donato questa traversata..

La notte è stata splendida. Avendo riposato un’ora in più, ero ben sveglia quando Gianni è venuto a chiamarmi per iniziare il turno di guardia. E’ la prima notte di luna nera e l’immensità del buio fa brillare una miriade di stelle, invisibili nei giorni rischiarati dalla luna seppur tenue. Alzando gli occhi la vista si confonde perché oltre le stelle, ci sono altre stelle,..e lo sguardo affonda in quel pulviscolo luminoso perdendosi in dimensioni inesplorate.

Giove immenso e brillante, lascia una piccola scia sulle onde tumultuose.

Nessun segno di navi all’orizzonte, come se solcassimo una rotta fantasma..

I discorsi prolungati sull’arrivo disturbano la meditazione del presente. Non sono ancora pronta,..nè sazia del navigare. Nel buio ho tolto la cerata per godere il tepore di questa notte di mezza estate..

Conosco l’ebbrezza che ti dona la visione del cielo nelle notti stellate,.. perché ho avuto la grazia di poterli contemplare in tanti luoghi belli,..ma questo cielo senza fine , mi brucia negli occhi e nell’anima, e so che mi chiamerà sempre,..come i flutti invisibili nella notte, sovrastanti,..rigonfi, cullanti.I miei pensieri sono immobili, sospesi come l’impressione sulla mia vita,..

L’onda potente da poppa sospinge Penelope a 9 kn di velocità e costringe i nostri muscoli a mille microadattamenti per mantenere l’equilibrio. Tento inutilmente di cogliere con l’obbiettivo della mia fotocamera fuji, le salite e le discese del moto ondoso che preme a poppa sollevando Penelope e facendola planare in un ribollire di schiuma. Non sono una fotografa esperta e conosco poco la macchina,..per cui il risultato è piuttosto deludente,..e le immagini risultano piatte e uniformi, e non danno l’idea del trambusto che ci circonda.

Seduta a poppa sento il respiro del vento che soffia da Est e contemplo la polarità del mare indaco e argenteo a Sud, sotto la luce del sole velato di nubi, e blu di prussia con macchie di oltremare e spruzzi di schiuma bianca a nord … Il mare ora è molto formato e mi dà un brivido pensare di doverlo solcare di bolina con la prua al vento..

 

Mercoledì 8 dicembre

20° giorno di navigazione

Patrizia mi ha fatto dono del suo Moleskin, dopo aver visto che ormai scrivevo su fogliettini volanti..

Da ieri pomeriggio non ho più aggiornato il diario di bordo, perché le condizioni meteo rendevano veramente difficoltoso lo scrivere. Ho impresso nel ricordo, l’immagine magnifica e selvaggia di un mare oceano cobalto, percorso da una mandria di cammelli lanciati in un disordinato galoppo tra le dune mutanti di un deserto blu…E sopra l’orizzonte frastagliato, una massa compatta bianca di nuvole, e oltre, di nuovo..il delicato azzurro cielo degli alisei.

Intorno a noi ci sono 2 basse pressioni che spingono in giù il mare, provocando un forte moto ondoso che continua a salire. Da ieri abbiamo onde da 12 -14 piedi che premono a poppa creando una massa alquanto impressionante che solleva Penelope verso le altezze, per poi lanciarla in discese ardite a volte splendidamente surfate, altre volte con l’onda al traverso scagliandola in avallamenti vertiginosi…

Niente a che vedere con Capo Horn naturalmente, ..ma nemmeno con le descrizioni serafiche della navigazione caratteristica degli alisei…

Ieri ho saltato il turno al timone perché abbiamo messo per un tratto il pilota automatico. Poi Enrico, Aldo e Cristiana, hanno sperimentato il brivido di questa selvaggia cavalcata sulle onde..

Questo “andar per onde”, ti fa sentire almeno per un po’, parte del popolo del mare e ti regala quel nomadismo dell’anima che la rigenera fino agli angoli più dimenticati.

Dopo un rapido tramonto, la sera ci riporta la prima falcetta di luna nuova, curiosamente coricata sull’orizzonte,..ancora indistinta dalla sua impronta di pienezza..Poi la notte si rifà buia per i groppi che si succedono neri e minacciosi uno dietro l’altro, oscurando il cielo e scaricando raffiche di vento e qualche secchiata di pioggia.Sotto la sferzata delle raffiche, Penelope si esibisce in una surfata agile e potente, con le sue 18 tonnellatedi stazza lanciate a pelo d’acqua….

Alle 5 del mattino compare Cristiana in anticipo sul suo turno. Ha il viso provato e si stende silenziosa in pozzetto. Si è sganciato il telino antirollio della cuccetta rialzata in cui dorme Patrizia, che è precipitata di sotto atterrando su di lei! ..E’ la notte delle cadute..stelle cadenti,..Patrizia cadente..e per finire Aldo che risvegliatosi improvvisamente da un colpo di sonno si schianta in pozzetto!!

Quando mi ritiro dopo il mio turno, in dinette, mi appare la scena surreale di corpi stesi,..colti in posizioni improbabili, per la fatica dell’adattamento al feroce rollio della barca,..confusi con i simulacri delle cerate abbandonate sul pavimento.

Mi risveglio con l’impressione che Penelope sia più stabile. In realtà quando esco in pozzetto, trovo la situazione invariata. Il cielo è nuvoloso e in lontananza si scorge un groppo famigliare che sta per raggiungerci. Dopo la pioggia, le onde per un po’ sembrano placarsi,..ma d’improvviso riprendono le raffiche che ci fanno volare oltre i 10 nodi. La potenza delle onde sempre incombenti, mi dà un profondo senso dei miei limiti… Siamo un turacciolo nell’oceano!!

Domani è previsto un’ulteriore rinforzo, con aumento del moto ondoso. Siamo finiti in una zona particolarmente turbolenta, perché Omero davanti a noi di circa 200 miglia, ha un aliseo discreto, e così pure quelli più a Nord.

Quando prendiamo le onde al traverso Penelope ruota e si contrae contorcendosi di lato con tutta la sua potenza e naturalmente tutto casca..La zona dinette è stata devastata da una caffettiera che ha schizzato il suo contenuto tutto intorno, sui cuscini e sul pavimento!

Questa mattina ho ricevuto una mail di risposta ai brevi messaggi di rassicurazione inviati in questi giorni.. Avremo tempo di condividere gli eventi di questo mese di lontananza al nostro rientro..

La tentazione delle previsioni di arrivo condiziona ormai questi ultimi giorni di traversata,..inoltre le condizioni meteo piuttosto impegnative, impediscono lo svolgimento delle attività quotidiane. La pesca è sospesa perché non si potrebbe comunque stare a poppa per pulire il pesce…cucinare diventa un problema serio,..ma nonostante la difficoltà, un profumo di pane tostato si sta diffondendo nell’aria solleticando i nostri sensi intorpiditi..Da qualche giorno solo cibo asciutto e veloce, sia per evitare di stare male, sia per evitare il ripetersi di pericolosi ribaltamenti..e l’aumento della cappa di calore umido nelle cuccette che in queste condizioni, devono restare ermeticamente chiuse.

Sembra incredibile riuscire a vivere una vita praticamente normale, in mezzo a queste onde,..eppure pranziamo con un’ottima insalata mista, con i crostini caldi e chiacchieriamo piacevolmente, lasciando che i nostri muscoli si adattino ai movimenti radicali di Penelope.

Ormai navighiamo costantemente tra i 9 e i 10 nodi, con un vento in poppa tra i 20 e i 25 kn.

Nel pomeriggio Paola ci offre della frutta sciroppata fresca che è un vero lusso, e poi il circolo Pickuick si ritrova per la lettura di un racconto di mare.

Mi ritiro in silenzio un po’ discosta per contemplare oceano, mentre il primo groppo della sera lascia cadere una pioggia sottile. Dopo la pioggia il sereno…un breve tramonto giallo e indaco..e poi di nuovo la splendida falce della luna in culla..rischiara la notte.

La pioggia ha lasciato un’aria frizzante e particolarmente limpida. Scrutiamo il crepuscolo turchese e blu per cercare tracce della boa di segnalazione che dovrebbe essere nei paraggi…

Mi corico con un po’ di dispiacere,..ma non voglio sopravvalutare le mie forze..

Giovedì 9 dicembre 2010

21° giorno di navigazione

Mancano 175 miglia all’isola di Martinica.

Stanotte abbiamo superato ogni record facendo 210 miglia complessivamente nelle 24 ore. Sentiamo la preziosità di questo ultimo giorno di navigazione. Domani se tutto và bene saremo in prossimità della meta. Ancora una volta restiamo stupiti della molteplicità di sfumature che rendono nuova ogni giornata di questa vita oceanica.Il moto ondoso dei giorni scorsi si è placato…, e il blu, non è mai..solo..lo stesso blu. Oggi ci pare di cogliere una sfumatura acquamarina sotto la schiuma che frange a poppa della nostra Penelope.. C’è un’aria frizzante tutto intorno .

Dalle onde un po’ scomposte, cogliamo nella luce vivida, le pinnette di un branco di delfini…

Le ondine si divertono saltellando di cresta in cresta..Paola lo chiama “il sorriso dell’oceano”..e così pare..

Poi dal nulla compaiono 3 sule . Come piccole anatre plananti, ci danno il benvenuto in un territorio nuovo, anche se ancora non ne cogliamo i contorni.

A tratti la grande onda lunga si fa più intensa. Forse si tratta del risalire lento delle profondità,..poichè in prossimità delle isole, il fondale passa dall’abisso dei 5000 metri,..fino a risalire progressivamente a poche centinaia..

Gli sguardi cercano di impregnarsi di azzurro, ..di onde.. di oceano tutto,..oceano dentro, vita dentro,..ignoto che vivifica.

Pizza e birra per questa serata di attesa…e poi l’ultima notte di navigazione piena.

La luna è già alta nel cielo violetto del tramonto. Ora sappiamo che se ne andrà prima di incontrare l’oscurità piena,..così ce la godiamo nel suo attimo fuggente.

In questo cielo incredibile mi sento già..un po’ morire di nostalgia…

Venerdì 10 dicembre 2010

22° giorno di navigazione

…terra si grida,..eccola appare,

..sul far del giorno ..bruna oltre il mare..

Dalle nebbie della memoria, spuntano le parole di un’antica poesia sulla scoperta dell’America,..imparata alle elementari..

Nell’ora che precede l’alba, come un miraggio, la linea dell’orizzonte verso Ovest, si riempie di luci. E’ la costa dell’isola di Martinica.

Lentamente avanziamo con l’avanzare della luce. C’è emozione e attesa su Penelope…il sole tinge le nuvole di rosa e gialli sempre più intensi,..e da quello splendore aranciato compaiono i contorni dell’isola…

A poco a poco si distingue la cima del vulcano e appaiono colori nuovi..quel verde e quel marrone che avevamo dimenticato immersi totalmente nelle sfumature del blu..

Man mano che ci avviciniamo, Martinica appare rivestita di una folta vegetazione verdeggiante. Nelle acque antistanti il canale d’ingresso incontriamo una barca da pesca dipinta a colori sgargianti..e poi una grande tartaruga che ci dà il benvenuto nuotando allegramente davanti a Penelope.

Per un momento provo a immaginare lo stupore dei primi navigatori giunti in quest’isola, di fronte a tanta bellezza e intensità. Da una baia lontana, una barca a vela, fa rotta verso l’isola di Santa Lucia..

L’acqua ha un incredibile colore turchese punteggiato dai rossi e gialli delle piccole imbarcazioni da pesca. Dopo giorni, sento il profumo del mare mescolato a quello della terra. In lontananza si alza il fumo dei cocchi che vengono affumicati e spargono intorno una fragranza caratteristica.

In prossimità della costa il fondale si alza rapidamente, regalandoci l’ebbrezza di un’ultima intensa onda oceanica…che lentamente si placa, mentre il vento si fa più teso e frizzante.

Le manovre di avvicinamento devono tener conto del rif e della rete di gasse dei pescatori.

L’arrivo è perfetto. Sono le 6.30 ora locale. L’aria è fresca e limpida. Dalla radio di bordo ascoltiamo le prime comunicazioni meteo in lingua francese. Superato un promontorio, si intravvede la baia di S. Anna piena di barche a vela ancorate. Così anche noi ci prepariamo a gettare l’ancora per un bagno ristoratore tanto desiderato in questi giorni di navigazione e… un brindisi per la felice conclusione della nostra impresa.

Siamo tutti un po’ emozionati, ..e il nostro sguardo corre furtivo all’orizzonte dietro di noi..

Cristiana mi chiama a poppa per un saluto all’oceano che ci ha custodito in tutti questi giorni portandoci sulla cresta della sua unica grande onda…il suo profondo lento respiro..

Portiamo la prua al vento e caliamo la randa…anche per Penelope è giunta l’ora di un meritato riposo..fino al prossimo soffio di vento

 

 

 

 

 

 

 

2 comments on “Il mare e il sogno: diario di bordo di una traversata oceanicaAdd yours →

  1. Allora: il primo pesce lo avete ributtato in mare perché era troppo piccolo.
    Il secondo pesce vi ha portato via amo ed esca perché era troppo grande.
    Il terzo, un dorado di circa 15 kg. lo avete malamente perduto … sottobordo, pur avendo fiocina e magari anche una voliga (rete a sacco per prendere i pesci).
    Il 4° pesce, era il 22.11, ha abboccato all’amo ma si è liberato.
    Dopo 5 giorni e quasi 1.000 miglia di navigazione (sono 1.853 km. come da Trieste alla Svezia) avete pescato una femmina di dorado di soli 3 kg. … e dopo poche ore ne avete perso un altro!
    Forse la prossima volta, invece di andar per mare è meglio che andate per funghi, nei boschi del Cadore.

    Povera dott.ssa Lorenzi: le è capitato il peggior turno possibile, sia di giorno che, soprattutto, di notte. Perché fino a mezzanotte nemmeno prendi sonno ed alle 6 del mattino sorge il sole.
    Per questo, di notte, stremati dai turni di veglia dalle 1.00 alle 5.30 avevate le allucinazioni: vedevate nel cielo i coniglietti, gli orsi ed i coccodrilli, ….
    Ma cosa vi eravate bevuti?
    Tutte le bottiglie del vino tinto di Tenerife?
    Tutti i vini bianchi delle Canarie?

    Poi, nel 14° giorno di navigazione, una nuova … “ricetta di cucina” perché un dispettoso pesce volante, non laziale, cioè non nato ad Amatrice, si è mangiato una “a” delle orecchiette alla “matriciana” (come scrive Lucia) o forse … era il rollio o il beccheggio di Penelope.

    Ho profonda stima e rispetto della dott.ssa Lorenzi, che ormai conosco da 10 mesi: è nata da subito una spontanea simpatia che mi permette un approccio così irriverente e scherzoso.
    Però penso che sia l’unico possibile perché Lucia ha ragione su tutto.

    Un inizio ironico che vuole anticipare la bellezza, la maestosità dei paesaggi, il grandissimo impegno di una sfida che, dopo 3.000 miglia e 22 giorni di navigazione, la porterà alla Baia di S. Anna, fino a Martinica.

    Osservatrice attenta e sensibile, Lucia ci insegna come guardare e cosa guardare nelle notti stellate oceaniche, così come dentro al nostro cuore.
    E se poi, nel rapporto con la Psicoterapeuta, si creano anche delle affinità elettive, cioè Die Wahlverwandtschaften, come diceva Goethe, l’intesa è perfetta.
    Tramonti, sentimenti, timori e speranze sono messi a fattor comune con chi la ascolta o con chi legge il suo diario, ammaliato dal susseguirsi del racconto e dalle emozioni di una traversata oceanica.
    È una lunga lettura, da assaporare a piccole tappe, così come è lunga la traversata dell’oceano: piccole tappe e piccoli, sommessi commenti.
    Per questo motivo posso solo alternare citazioni ludiche con altre di diverso spessore, come è nello stile di chi va per mare, in montagna o di chi ama il viaggio e l’avventura.

    Ecco allora Paola che, nell’ 8° giorno di navigazione, ti racconta un suo sogno: si vede che il tuo lavoro ti affascina, ma non smetti mai di lavorare? Anche in mezzo all’Oceano Atlantico vuoi metterti a scrivere: “Sogni su Penelope”?
    Forse sarebbe bellissimo, per tutti, nel prossimo viaggio.
    Scrive poi la dottoressa all’11° giorno di navigazione: “Istanti di gioia pura, negli occhi, nel cuore, nelle membra, nei miei polmoni risanati… lieve e ferma nel vento, … così vorrei essere sempre”.
    Nel racconto della dott.ssa Lorenzi non sembra di essere in mezzo all’Oceano Atlantico: siamo con Tom Cruise “Maverick” sull’ F-14 di “Top Gun” nelle spettacolari scene accompagnate da una musica affascinante: “Take my breath away”.
    https://www.youtube.com/watch?v=fUis9yny_lI

    “Take my breath away”: toglimi il respiro … lasciami senza fiato … ma che io, liberamente, tradurrei: “Fammi sognare”.
    Una traversata così ricca di emozioni, lascia senza fiato.

    Dopo notti stellate, tramonti disegnati dal Tiepolo, burrasche ed alisei, eccomi a suggerire le frasi più belle: non il racconto dello squalo, non la balenottera e nemmeno le sule che portano il profumo di Terra.

    “L’oceano ti dà la dimensione del tuo nulla … ma in questo nulla ti costringe ad “Essere … e la consapevolezza che non c’è via di fuga …”.
    No, noi non siamo un nulla, noi “siamo”. Cogito ergo sum diceva Cartesio.
    Già nel V secolo a.C. Socrate ed i sofisti spostano l’attenzione dalla natura, all’uomo, in una visione antropocentrica dove l’uomo è la misura di tutte le cose.
    Ma forse, senza troppo filosofeggiare, basterà ricordare le parole di Louis Armstrong e su una cima delle Dolomiti, nell’immensità di un deserto o sotto le stelle oceaniche, a qualsiasi latitudine, dire a noi stessi: “What a Wonderful World”.

    Poi, ancora: “Dall’impotenza del comprendere, scaturisce la pace rassicurante del contemplare…”. Nello splendore delle notti stellate, tra Orione, Pleiadi e Sirio, Lucia con il suo racconto ci trasmette quello che scrisse Ungaretti nel 1917: “Mi illumino d’immenso”.
    M’illumino d’immenso significa questo: lo splendore del sole che è sorto da poco e che regala una sensazione interiore che ci ricollega al senso di vastità.
    Siamo vivi e parte dell’infinito mistero della natura, in unione con l’universo.

    Infine la frase più bella di tutte, che merita una traversata oceanica, una scalata sull’Adamello o una galoppata sull’asfalto da Gibilterra a Capo Nord.
    Mai in solitario, possibilmente in coppia ed ancor meglio se con la persona amata.
    Scrive infatti la dott.ssa Lorenzi nel suo 14° giorno di navigazione:
    “… il mio pensiero va all’unica esperienza di reale assoluto, di reale beatitudine … che è l’attimo dell’amore ricambiato …”.

  2. Ho letto con grande piacere e un po’ di speranza…
    Ho sognato di veleggiare per un terzo della vita ( quella centrale) e mi è tornata la voglia…. chissà!
    Ho rivissuto la mia bellissima esperienza da Union Island a Martinica.
    Gli anni cominciano a pesare…
    Chissà forse troverò il coraggio anche grazie al tuo racconto.

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