L’arte della Biografia
Il lavoro biografico rappresenta un filone di ricerca sempre più conosciuto. Come spesso accade di questi tempi , è bene chiarire cosa si intende quando si usano termini che possono assumere significati diversi.
Cosa intendiamo con il termine Biografia?
Potremo dire che la Biografia è la scrittura di una vita, intesa non solo come somma di ciò che è stato, ma come percorso in cui si evidenzia l’intimo nesso degli eventi passati.
Nella Biografia possiamo riconoscere dunque le leggi che stanno alla base del nostro destino. Questo significa osservare il passato senza esprimere giudizi, senza chiedersi se un dato avvenimento è buono o cattivo, ma cercando di cogliere innanzitutto che cosa hanno introdotto nella vita le persone o gli avvenimenti che abbiamo incontrato. Il passo successivo può consistere nel mettere a fuoco le qualità che si sono potute o dovute sviluppare in relazione a tali dati.
Da dove vengo? dove sono? dove sto andando?
-Quali sono state le principali segnature della mia vita?
-Quali incontri mi hanno forgiato?
-Cosa ho potuto realizzare?
-Quali ostacoli ho trovato davanti a me?
-Quali sfide si sono ripresentate?
Un tempo il corso della vita era predefinito da tradizioni ed aspettative sociali. Oggi quelle tradizioni non sono più sufficienti a sostenere l’individuo nelle continue scelte che è chiamato ad operare in ogni campo; l’individuo deve creare giorno dopo giorno la propria via in base alle decisioni consapevoli che prende partendo dal suo nucleo interiore che chiameremo Sé o Io Superiore. A partire dalla consapevolezza di questa libertà individuale e quindi della conseguente responsabilità che ne deriva, l’uomo può prendere in mano il corso della sua vita.
Un lavoro Biografico, inizia quindi dall’osservazione della biografia nel suo dispiegarsi fino al momento in cui la guardiamo. Potremo osservare le situazioni in cui non riesce qualcosa, la modalità di questi fallimenti, il modo di reagire, e potremo trovare delle indicazioni sui compiti da svolgere in quella Biografia.
Il filo rosso della Biografia, si intravede soprattutto dove c’è qualcosa che non funziona, dove ci si deve impegnare continuamente con limiti e debolezze.
Potremo dire che da un lato dentro di noi c’è la parte che sa e spinge verso il dispiegarsi del nostro potenziale e della nostra particolare missione nella vita, e dall’altro ci sono persone o situazioni avverse che influiscono nel senso di impedire tale sviluppo. In entrambi i casi se ne può ricavare forza per realizzare il proprio destino .
Osservando accuratamente il corso di una vita, si giunge a riconoscere che esistono principi ordinatori che sembrano plasmare la vita in modo misterioso.
Esistono ritmi di vita connessi a leggi cosmiche validi per tutti gli esseri umani.
Questo significa che oltre ai caratteri ereditari che l’essere umano porta in sé dalla nascita, oltre alle influenze ambientali che riguardano l’ambito della famiglia, della razza, dell’ambiente, che ovviamente hanno una grande influenza plasmatrice sul destino individuale, esiste una vocazione specifica, un’impronta di carattere superiore o semplicemente il dispiegarsi della missione individuale, che nel corso della vita apparirà più o meno chiaramente attraverso gli incontri e le vicende che si susseguono.
E’ importante acquisire la sensibilità per leggere le singole fasi di una vita nei suoi punti nodali e critici, allo scopo di rendere visibile il filo rosso di quella particolare individualità.
Nella nostra vita le occasioni per evolverci e risvegliarci si verificano sovente in relazione a una crisi esistenziale, una malattia o una perdita.
Inoltre la biografia umana è disseminata di fasi ritmiche che chiameremo settenni, all’interno dei quali è possibile riconoscere un certo ciclo di sviluppo.
Il ritmo più importante della vita umana è quello dei settenni.
Già i Greci lo conoscevano, e in seguito lo ritroviamo in molti grandi ricercatori quali Paracelso e successivamente all’inizio del 900 riprende l’interesse per questi ritmi. Circa ogni sette anni, l’individuo, può notare che nella sua vita qualcosa cambia radicalmente. Questo colpisce soprattutto verso i 7 anni quando inizia il cambio dei denti, e intorno ai 14 anni con la pubertà; tuttavia si può osservare la stessa cosa durante tutto l’arco della vita.
Possiamo riconoscere il ritmo dei settenni come ritmo primordiale della vita umana. Il numero 7 d’altra parte ha un ruolo determinante negli aspetti cosmici. Nel corso della vita umana il ritmo dei settenni crea stadi che comportano nuove possibilità e fanno sorgere il nuovo dal vecchio mediante trasformazione.
All’interno di questi ritmi settennali, sono evidenti le più diverse oscillazioni, poiché si tratta di un valore orientativo di natura esistenziale piuttosto che statistica; al loro interno troviamo poi altri ritmi legati al susseguirsi di vari elementi cosmici nella biografia; in particolare i 3 nodi lunari (18 anni e 7 mesi, 37 anni e 2 mesi, 56 anni), il ciclo di Saturno (29 anni circa), il passaggio dei 33 anni.
Il lavoro sul 2° ciclo di settenni riguarderà il tema del rispecchiamento dei primi 3 settenni. In questa fase l’individualità ha l’opportunità di rivedere in maniera consapevole le precedenti tappe evolutive ed eventualmente correggerle. In questo ciclo tratteremo brevemente, la crisi del 28° anno, il passaggio dei 33 anni, il 2° nodo lunare.
Vediamo ora un po’ più da vicino questo ritmo settennale:
Il percorso della vita può essere diviso in 3 grandi periodi divisi in 3 settenni :
0- 21 in cui si compie lo sviluppo del CORPO FISICO/VITALE/EMOZIONALE e si pongono le basi per il destino della nostra vita
21-42 in cui si compie lo sviluppo dell’ANIMA O PSICHE. In questo periodo si può lavorare a un possibile riequilibrio, correggendo eventuali situazioni negative, in maniera che ciò che ci ha condizionato nei primi settenni, non precipiti negli ultimi settenni attraverso il sintomo e la malattia.
Tra i 42-63 si compie lo sviluppo della parte SPIRITUALE e si giunge al compimento del proprio destino
Vi è poi un periodo di circa 9 anni che possiamo considerare riassuntivo fino ai 72.
Il periodo successvo ai 72 ci viene donato e sarebbe importante poterlo mettere a disposizione degli altri.
Nella prima triade di settenni siamo a contatto con forze che servono per edificarci.
0-7 anni
Nel primo settennio abbiamo forze che immettono nel sistema nervoso il nostro carattere, che è il carattere del nostro corpo.(costituzione)
7-14
Nel secondo settennio si liberano le forze che nutrono il carattere della nostra anima (temperamento)
14-21
nel terzo settennio entrano le forze di maturazione sessuale legate alla terra
21-28
consolidiamo e portiamo a compimento le forze di edificazione
28-35
L’individuo và in crisi e porta a disvelare il “senso della vita”. Se così non fosse, l’individuo inizierebbe ad invecchiare!.
35-42
Inizia un decrescere dello sviluppo delle forze vitali più legate alla terra, e si acquisisce la possibilità di accedere alle forze alte per arrivare al “dunque della vita”.
Vivere la vita per l’essenza della vita. Vivere il senso della vita e non dare alla vita un senso.
42-49
Continua la ricerca e la scoperta del senso della vita. Attraverso le esperienze e le disillusioni diviene possibile trovare il senso che è sempre all’opposto dell’ideale. Accettare quindi la vita per il “vero senso” (quello che c’è) e non per l’ideale (quello che vorrei ci fosse).
Comprendere qual è il senso (compito) della disillusione.
Dai 42 in avanti si può iniziare a notare un cedimento nelle forze fisiche.
42-63
Comprendere il senso che ha avuto per noi questo tragitto.
Più siamo diventati intuitivi, meno fatica possiamo e dobbiamo fare.
Diventare sempre più capaci di proporre soluzioni (creative) nel contesto in cui ci si trova.
Se si continua a lavorare nel fisico, vuol dire che non si usa l’intuizione, ma si è ancora condizionati dal corpo.
Dopo i 56 si incomincia a percepire retrospettivamente la vita e a percepire gli errori. Possiamo intervenire per evitarlo agli altri.
63-72
vi sono 9 anni di assestamento
Dopo i 72
L’individuo inizia a prendersi del “da farsi” non previsto, poiché và incontro a ciò che arriva.
A Partire da questi elementi il lavoro sulla biografia ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e gli altri, permettendoci di coniugare i nostri aneliti superiori, con quelli più terreni, tenendo conto delle situazioni dalle quali ognuno di noi proviene.
Molte persone sfiorano la loro vita senza in realtà viverla davvero e in questo senso il lavoro sulla biografia, può aiutarci a comprendere meglio il nostro compito.
Per fare questo spesso abbiamo bisogno di incontrare un ostacolo che ci costringa a mettere in atto le forze necessarie a superarlo. Ecco allora che possiamo comprendere come la crisi possa diventare stimolo per iniziare un processo di comprensione e di cambiamento.
Sono molto contento: sono arrivato all’ultimo racconto della mia psicologa, il sesto, quello pubblicato il 5 maggio 2016.
Forse fra i più belli, i più veri e interessanti della produzione artistica della nostra psicologa, scrittrice.
Perché scrivere, come suonare, dipingere o scolpire, è un’arte: qui si scolpisce con le parole, con le emozioni e con le esperienze di una vita intensamente vissuta.
…
Lucia cita “le leggi che stanno alla base del nostro destino”: forse no, direi io.
Non sempre sono leggi: talvolta è il caso, il destino stesso o la propria volontà o un libero arbitrio.
Invece è verissima, a mio parere, l’affermazione successiva, che ci dà conferma di un processo da assimilare, adattare e affinare, di volta in volta, nel corso della nostra biografia:
“Il passo successivo può consistere nel mettere a fuoco le qualità che si sono potute o dovute sviluppare in relazione a persone o avvenimenti.”
…
Tanto belle quanto provocatorie le prime tre domande della psicologa:
“Da dove vengo? dove sono? dove sto andando?”
Tre domande impossibili: nessuno sa do “dove viene” se non dall’ utero materno.
Alcuni potranno “credere di sapere” dove sono ma, come diceva Eraclito “πάντα ῥεῖ” cioè “tutto scorre.” Siamo tutti in un continuo divenire, come la terra che ruota su sé stessa e nessuno se ne accorge.
“Dove sto andando?” Magari saperlo, non sappiamo nemmeno chi ci aspetta dietro l’angolo.
La scorsa settimana (era la metà di settembre del 2019) un ciclista triestino stava andando in bicicletta a Basovizza: in realtà andava verso la morte, perché un fulmine lo ha colpito e ucciso.
Ci sarebbe molto da riflettere.
La biografia vale senza dubbio per il passato, per quanto è già “stato scritto”, per quelle che Lorenzi definisce correttamente: “… le principali segnature della mia vita”.
E alla sua domanda provo a rispondere: le “principali segnature” sono la nostra storia, le esperienze acquisite o da acquisire, da copiare e da migliorare, negli affetti, in famiglia, nelle relazioni sociali o nelle esperienze lavorative o interpersonali.
-Quali incontri mi hanno forgiato?
-Cosa ho potuto realizzare?
-Quali ostacoli ho trovato davanti a me?
-Quali sfide si sono ripresentate?
Ecco quattro utilissime domande, per interrogarsi, quasi settimanalmente o forse mensilmente, per una corretta auto analisi e progettualità futura
Aggiungo che si impara dalle sconfitte e dagli errori, ma si impara moltissimo anche dalle vittorie, per seguire e ripetere un processo o una metodologia “vincente”.
È come fare una torta squisita: la prima volta non sarà mai al top, così come la prima esperienza lavorativa, o la prima esperienza amorosa o di public speaking, ovvero l’educazione del primo figlio, i primi 10.000 km. alla guida della prima autovettura.
Per la dott.ssa Lorenzi, aggiungo: le prime 2.000 miglia al timone di una barca …
“Io Superiore”: quanti uomini e – soprattutto – quante donne sogno possono veramente “prendere in mano il corso della propria vita” come scrive la dott.ssa Lorenzi?
Molto, molto pochi: pare un’utopia, tenute presenti le moltissime variabili geografiche e socio economiche.
Mi riferisco alla quotidianità, al bisogno, alla salute, alle ristrettezze economiche, alle necessità primarie che molto spesso stravolgono le aspirazioni e le speranze di una vita, di tante vite.
L’Io Superiore dorme, in tutti i quei casi, ovvero guarda, impotente.
L’Io Superiore è per i “privilegiati” è solo per pochi.
Ad esempio, per quei pochi che si possono pagare un affitto e studiare in un’altra città, per quelli che in gioventù possono imparare o perfezionare almeno due lingue estere, nei rispettivi Paesi, per chi riesce a trovare un lavoro dignitoso, sicuro e ben pagato.
Poi, dopo aver conquistato questi primi obiettivi, dobbiamo aggiungere le skills, le capacità individuali, elevatissime, nella paurosa concorrenza del mercato del lavoro, dove l’”io superiore” emerge soltanto con i soggetti molto bravi, molto tenaci, supportati da un agglomerato di fattori, non ultimo socio-economici, per realizzare anche un piccolo sogno.
…
Bellissima e verissima è la sequenza con la spiegazione dei settenni.
Bisognerebbe insegnarla a scuola, dai 14 anni in poi (e anche all’ università, per chi riesce a farla).
Perfette le considerazioni finali del racconto:
“Molte persone sfiorano la loro vita senza in realtà viverla” affermazione triste ma straordinariamente attuale e vera: mi chiedo, perché?
Forse perché non hanno un compagno o compagna con cui confrontarsi, a cui manifestare dubbi e paure, timori e speranze.
In un crescendo di considerazioni ad alto peso specifico, la dott.ssa Lorenzi formula, nel finale, un parallelismo molto istruttivo e significativo.
Ostacolo = superamento
Crisi = cambiamento
Verissimo ma non per tutti, almeno non senza l’aiuto di una bravissima psicologa.
Ecco la mia “navigazione” sul sito della dott.ssa Lorenzi è finita: dopo un anno ho ritrovato energia, volontà e voglia di scrivere, oltre a tantissime altre cose valide.
Lascio volentieri tre testimonianze importanti sull’ amica, dottoressa Lucia.
Ho incontrato una persona di grandissimo valore e sono guarito da un profondo lutto.
Ho trovato gli strumenti per superare l’ostacolo, per sconfiggere una crisi, per affrontare un cambiamento.
L’approccio con la dott.ssa Lorenzi mi ha molto aiutato a cambiare, sicuramente in meglio.
Il merito va anche a questi articoli pubblicati sul web, ma soprattutto al confronto interpersonale, sincero, schietto ed elegante con la “mia” psicologa.
Grazie.
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Gianni
25 settembre 2019